La Nostra Famiglia, aria di sciopero

A seguito della «fumata nera» della trattativa di 10 ore di lunedì 27 luglio con L’Associazione La Nostra Famiglia, nella quale l’associazione ha deciso di procedere al cambio unilaterale del contratto nazionale agli oltre 2.400 lavoratori e lavoratrici sul territorio, portandoli dal contratto della sanità privata a quello delle Rsa e Cdr (cioè delle residenze sanitarie assistenziali e dei centri di riabilitazione), il sindacato confederale è pronto a far ripartire la mobilitazione nazionale e territoriale.

I sindacati hanno scritto alla Commissione di garanzia per l’attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali, al ministero del Lavoro e all’associazione proclamando lo stato di agitazione, con sospensione del lavoro supplementare e/straordinario del personale e per dare corso al tentativo obbligatorio di conciliazione. Già preavvisando che «in assenza di qualsiasi riscontro che consenta la rapida conclusione della vertenza» si procederà a indire lo sciopero nazionale.

Nella lettera inviata alle lavoratrici e lavoratori de La Nostra Famiglia, Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl nazionali hanno ribadito di non aver accettato, al tavolo di trattativa, «alcun margine di deroga alle clausole contrattuali, né tantomeno la possibilità di un cambio di contratto alla luce, soprattutto, dell’inesistenza delle motivazioni rappresentate» e di essere tornate a dare la disponibilità a proseguire un confronto «per individuare i percorsi necessari e concretamente utili al  superamento  delle  criticità  riscontrate  e  un  supporto  nelle  interlocuzioni  con  le  Regioni,  laddove necessario».

Sulla vertenza sono intervenute anche le categorie sindacali lecchesi, nel cui territorio l’associazione conta circa 900 dipendenti dei circa 1.090 complessivi della Lombardia.

«Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl hanno da sempre ribadito piena disponibilità a discutere di un piano aziendale per il rilancio dell’Associazione, proprio a partire dai punti di maggiore sofferenza evidenziati dall’analisi dei numeri e delle attività della stessa. Nonostante queste aperture la posizione dell’Associazione resta ancora distante dalle nostre” sostengono Catello Tramparulo (Fp Cgil),  Franca Bodega (Cisl Fp) e  Vincenzo Falanga (Uil Fpl) presenti alla trattativa nazionale a tutela delle lavoratrici e lavoratori della compagine lecchese. Dichiarano inoltre «Le lavoratrici e i lavoratori hanno atteso per 14 lunghi anni il rinnovo del loro contratto della Sanità Privata e ora che è stato siglato, non possono essere beffati al fotofinish con un cambio di contratto meno vantaggioso. Quello che più colpisce è la tempistica con cui l’Associazione la Nostra Famiglia decide di operare questa scelta unilaterale, il contesto in cui si trovano ad operare i lavoratori dei servizi sanitari e socio-sanitari, anche a seguito dell’emergenza pandemica in corso, merita rispetto e deve essere valorizzato. Non possiamo accettare una modifica di contratto pienamente sostenibile dal bilancio aziendale ma soprattutto non possiamo cancellare anni di abnegazione, impegno e professionalità dimostrata da tutti gli operatori dell’Associazione».

Per queste ragioni nelle prossime ore, verrà vagliato un programma di iniziative e di mobilitazione in linea con il percorso di rivendicazione delle segreterie nazionali.