LAVORO E INTELLIGENZA ARTIFICIALE

UN PROCESSO DI CAMBIAMENTO EPOCALE CHE DOVRA’ AVERE AL CENTRO LA PERSONA

L’intelligenza artificiale, già nell’arco dei prossimi due/tre anni, cambierà le nostre vite interessando tutti gli aspetti della società, dalla vita professionale a quella personale. Questa è una certezza. 

L’enorme disponibilità di dati e la velocità di elaborazione dei sistemi dell’A.I porteranno enormi benefici in termini di efficienza dei processi, progresso tecnologico e disponibilità di risorse accessibili a tutti. Si disporrà progressivamente di modelli sempre più evoluti, che impiegano l’A.I. avendo quale punto di intersezione non solo il linguaggio umano, ma anche il linguaggio della chimica, della genetica, dei materiali. Ciò significherà aprire la via per la scoperta di nuovi componenti, ad esempio in ambito sanitario, e a un tempo l’interazione e la collaborazione sempre più decisiva tra mondi diversi. Settori come la medicina, la logistica, il retail, come anche l’industria manifatturiera e quella energetica, fino al mondo della finanza, conosceranno un progresso paragonabile ad una vera e propria nuova rivoluzione industriale. 

Ma se da un lato è certo il beneficio che le nostre vite ne trarranno, altrettanto certo è che moltissime professioni saranno soppiantate dai nuovi sistemi. Le analisi disponibili ci dicono che l’intelligenza artificiale andrà ad impattare sul 35% delle professioni, mettendo a rischio circa 300 milioni posti di lavoro nel mondo. 

A fronte della creazione di un enorme valore aggiunto, il rischio è quello di una catastrofe occupazionale e sociale. Come evitarlo? 

Ne ha parlato la CISL nel seminario “LAVORO E INTELLIGENZA ARTIFICIALE” che si è svolto martedì 7 maggio nell’area congressi San Gerardo di Monza e che ha visto la partecipazione di diversi esperti del settore che già da anni si occupano di intelligenza artificiale. Fra loro Alessandra Ingrao, Professore associato dell’Università degli studi di Milano, Paolo Palmerini, Project Manager and Board Member di GnuCoop Soc. Coop., Mauro Quaini, CEO di PuntoCom Group e Antonino Martino delegato FIM CISL in ST Mircroelectronics. Presente in sala una classe di futuri informatici dell’istituto Hensemberger di Monza. L’evento, moderato dal responsabile della Scuola Sindacale Permanente della USR CISL Lombardia Marco Bianchi, è stato aperto con un contributo video appositamente preparato dall’euro-parlamentare Brando Benifei, relatore dell’AI Act dell’Unione, che ha spiegato i contenuti della nuova legge europea di regolamentazione dell’Intelligenza Artificiale.

“Dovremo rapportarci con cambiamenti epocali che dovranno essere gestiti con grande responsabilità sotto il profilo delle scelte politiche” ha commentato il Segretario Generale della CISL Monza Brianza Lecco, Mirco Scaccabarozzi, nella sua introduzione all’evento “Si tratta di accompagnare la transizione, di far prevalere la sostenibilità sociale del cambiamento a quella economica, ossia garantire posti di lavoro e reddito anche mediante la riscoperta della centralità della formazione che fornisca in particolare competenze di natura non cognitiva che le macchine dell’AI non possiedono, per esempio di tipo relazionale, impostare politiche del lavoro profilate e garantire sussidi di accompagnamento ai soggetti più vulnerabili”.

“Un aspetto da presidiare attentamente nello sviluppo dell’Intelligenza Artificiale è il suo portato etico” ha continuato Scaccabarozzi. “Ad esempio, il processo di addestramento dell’A.I., dal quale va esclusa la possibilità di introdurre pregiudizi che finiscano poi per riprodurre e ampliare le diseguaglianze”.

Situazione che si è verificata, come raccontato dalla Prof.ssa Alessandra Ingrao, in una grossa azienda che, dopo anni di utilizzo dell’A.I. per il recruiting di tecnici informatici, si è accorta che l’algoritmo utilizzato si era auto addestrato, attraverso il machine learning, a riconoscere solo i termini declinati al maschile, generando una vera e propria discriminazione di genere.
Discriminazioni che sono spesso oggetto di cause nel settore dei rider, il cui lavoro è gestito da algoritmi che profilano il lavoratore, lo geolocalizzano e addirittura decidono se quel giorno lavorerà o meno. L’algoritmo infatti è in grado, attraverso la profilazione della sua velocità, affidabilità e, addirittura, del gradimento dell’utenza rivelato attraverso le recensioni lasciate sulle piattaforme, di ingaggiare i lavoratori che garantiscono il massimo livello di efficienza. 
“Questi episodi ci mostrano chiaramente come i dati siano potere, e non solo di controllo. Quelli applicati nell’A.I. sono veri e propri sistemi decisionali sistematizzati che possono facilmente creare discriminazioni e che richiedono quindi una regolamentazione stringente: trasparenza nei criteri su cui si basa l’algoritmo, possibilità di opporsi e chiedere una revisione rispetto alla propria profilazione, rispetto della normativa sulla privacy”. “A questo proposito” suggerisce la prof.ssa Ingrao “le Organizzazioni Sindacali dovrebbero portare ai tavoli di contrattazione nazionali la possibilità di inserimento nei CCNL della figura del Rappresentante dei lavoratori per la privacy, così come esiste il Rappresentate dei lavoratori per la sicurezza”.

Agli approfondimenti della professoressa Ingrao sulle implicazioni etiche e sociali di un’applicazione scarsamente regolamentata DELL’A.I., hanno fatto da contrappeso le storie di coloro che con l’intelligenza artificiale lavorano già da anni. Mauro Quaini, CEO di PuntoCom Group, ha raccontato le diverse applicazioni del A.I. soffermandosi sul caso pratico di un’azienda bresciana che, attraverso l’intelligenza artificiale ha ridotto del 37% i tempi produzione e consegna degli ordini. Un piccolo miracolo reso possibile dalla capacità dei nuovi sistemi di gestire contemporaneamente una quantità di variabili che la mente umana non riuscirebbe a processare. Paolo Palmerini, Project Manager and Board Member di GnuCoop Soc. Coop ha invece raccontato alcuni esempi di applicazione dell’intelligenza artificiale per il raggiungimento di obiettivi di sviluppo sostenibile nel terzo settore, nelle cooperative e nell’economia sociale. 

Infine, attraverso la voce di Antonino Martino, delegato sindacale FIM CISL è stata raccontata l’esperienza di quella che è la più grande azienda brianzola che utilizza l’A.I., la ST Mircroelectronics di Agrate Brianza e di quanto sia stimolante l’azione sindacale in una realtà in cui lavorano a stretto contatto ricercatori, ingegneri, fisici, matematici e operatori di produzione.

In conclusione, i sistemi di intelligenza artificiale creeranno un enorme valore aggiunto in moltissimi campi. Il grande dubbio che rimane è se questo nuovo valore sarà equamente distribuito tra i diversi attori, in primis i lavoratori.