CAMERE DI COMMERCIO, CGIL, CISL E UIL RICORRONO AL TAR CONTRO LA FUSIONE

Il sindacato ha presentato un ricorso contro la delibera che dà il via all'accorpamento di Monza con Milano e Lodi. «La fusione – osservano i rappresentanti delle organizzazioni sindacali – è stata fatta senza confrontarsi con il territorio. E, soprattutto, senza aspettare che vada in porto il disegno di riforma costituzionale»

Non finisce qui. Anzi. Cisl Monza Brianza Lecco, Cgil Monza Brianza e Uil Monza Brianza confermano il loro «no» alla fusione della Camera di Commercio di Monza e Brianza con quelle di Milano e Lodi. Una opposizione concretizzatasi in un ricorso presentato al Tribunale amministrativo regionale della Lombardia contro la legittimità delle delibere relative alla fusione dello scorso luglio.

Il ricorso, notificato il 4 ottobre alle controparti e al ministero dello Sviluppo economico, è stato poi depositato al Tar. Le organizzazioni sindacali brianzole si sono affidate a Bruno Di Giacomo Russo, docente di diritto costituzionale all’Università di Milano Bicocca. L’eventuale sospensiva dovrebbe essere dichiarata entro un mese. I ricorrenti sostengono l’illegittimità della fusione in quanto in contrasto con le norme contenute nella Legge n. 56/2014 (Legge Del Rio), nella Legge n. 124/2015 (Legge Madia sulla riforma della Pubblica amministrazione) e nella Legge n. 580/1993 sulle Camere di Commercio.

Il ricorso mira a evidenziare una serie di incongruenze. «Secondo noi – spiegano Maurizio Laini, Rita Pavan e Luigi Soldavini, segretari generali Cgil, Cisl e Uil Brianza e Marco Viganò, componente della Giunta in rappresentanza dei sindacati – la Camera di Commercio di Monza aveva i numeri per restare autonoma. Questo è uno spezzettamento del territorio che non può che avere conseguenze negative. La fusione è stata fatta senza confrontarsi con il territorio. I sindaci, per esempio, non sono stati coinvolti. Ma la Camera di Commercio è un ente pubblico, è un’articolazione della governance territoriale». La riforma delle Camere di Commercio dovrebbe essere approvata entro metà novembre. Le Camere di commercio passeranno da 105 a 60. Gli esponenti sindacali fanno comunque notare come sia pendente un processo di riforma costituzionale, legato all’esito del referendum di domenica 4 dicembre. Gli assetti territoriali potrebbero perciò mutare. In quest’ottica, si chiedono i promotori del ricorso, «non sarebbe stato meglio attendere lo svolgimento del referendum prima di procedere a questa operazione?».