SITUAZIONE CRISI METALMECCANICI MONZA BRIANZA

I dati del monitoraggio curato dalla Fim Cisl Monza Brianza Lecco e relativo alle situazioni di crisi nel territorio di Monza e Brianza, riferito al periodo gennaio – giugno 2014.

In tutta la Brianza in questo primo semestre sono 244 (contro le 229 del semestre precedente) le aziende industriali ed artigiane coinvolte da processi di crisi e/o difficoltà con un totale in queste realtà di 10.765 (erano 9.409) addetti occupati e 7.931 (erano 6.617) addetti coinvolti dall’utilizzo di “ammortizzatori sociali”.

 

Nello specifico i dati, in difetto positivo (mancano alcuni dati di realtà dove come Fim Cisl non siamo al momento a conoscenza), relativi al settore metalmeccanico e del territorio della Brianza vedono: – 100 aziende (erano 114) con l’utilizzo di cassa integrazione guadagni ordinaria (CIGO) e 2.055 addetti coinvolti (erano 2.347)  – 25 aziende (erano 19) con l’utilizzo di cassa integrazione guadagni straordinaria (CIGS) e 2.020 addetti coinvolti (erano 1.306) – 12 aziende (erano 7) con l’utilizzo dei contratti di solidarietà (CdS) e 2.954 addetti coinvolti (erano 2.177)   – 94 aziende (erano 81) con l’utilizzo di cassa integrazione in deroga con 492 addetti coinvolti (erano 488)     –  20 aziende (erano 12) hanno utilizzato la procedura di mobilità (licenziamenti) con 410 addetti coinvolti (erano 299).

 Come si vede nel primo semestre 2014 in rapporto al secondo semestre dell’anno scorso, vi è stato un aumento del numero delle aziende interessate a processi di crisi e anche dei lavoratori coinvolti complessivamente. Vi è stato un calo sia delle aziende che dei lavoratori collocati in cassa integrazione ordinaria, aumentano le aziende che utilizzano la cassa in deroga ma di poco il numero dei lavoratori coinvolti, mentre è aumentato il numero di aziende e dei lavoratori coinvolti con il ricorso alla cassa integrazione straordinaria e ai contratti di solidarietà. E’ aumentato il numero di aziende e dei lavoratori coinvolti dalla mobilità, 4 di queste sono aziende fallite con 217 lavoratori licenziati; quello della mobilità rimane per il momento un processo ancora “governato” tra le parti. L’aumento del numero delle aziende e dei lavoratori coinvolti dall’utilizzo dei contratti di solidarietà è, pur nella difficoltà e nella crisi, un aspetto positivo perché si continua a tenere le persone all’interno delle aziende. Permangono situazioni di aziende dove si utilizza uno strumento “doppio”, es. oltre alla CIGS si utilizza anche la CIG in deroga per la presenza di apprendisti oppure CIGO e/o CIGS e mobilità. In altre aziende nello stesso periodo si è passati da uno strumento all’altro, ad esempio dalla CIGO alla CIGS oppure dalla CIGS ai CDS, va segnalato che per comodità di rilevazione si è inserito lo strumento utilizzato per ultimo.

Fatto 100 il totale degli occupati nelle aziende prese a riferimento da questo campione, si evince che il 26% dei lavoratori è coinvolto con l’utilizzo della CIGO, il 69% dalla CIGS, CdS e CIG in deroga e infine il 5% dalla mobilità. Il 92% delle aziende interessate dall’utilizzo degli ammortizzatori è al di sotto dei 100 dipendenti fotografando di fatto la dimensione media delle aziende metalmeccaniche nel nostro territorio. Questi dati testimoniano che si sta tentando ancora di mantenere una tenuta occupazionale dentro le aziende, nonostante le difficoltà e la durata “terribile” di questa crisi (in atto da settembre 2008) e il massiccio ricorso agli strumenti, si è cercato di evitare il più possibile il ricorso della mobilità (licenziamenti collettivi) e dove lo si è fatto si è cercato di gestirlo in modo concordato e il meno traumatico possibile.

In riferimento al secondo semestre del 2013, vi è un aumento del numero di aziende coinvolte da processi di crisi (+15) e del numero degli addetti coinvolti (+1.356), numeri drammaticamente importanti che testimoniano di una crisi che non è finita e che è ancora molto evidente; ancora più evidente con alcune situazioni importanti affrontate in questo primo semestre, come la chiusura di Carrier, il caso Micron, la vicenda Electrolux e gli esuberi di Alcatel Lucent. Pur in una rilevazione parziale e in difetto, va inoltre segnalato che in molte di queste aziende si sono fatti più di un accordo per la gestione dei singoli ammortizzatori, in qualche caso con passaggio dalla cassa ordinaria alla cassa straordinaria per superamento del periodo massimo utilizzabile della CIGO, oppure si è passati dalla CIGS ai contratti di solidarietà. Si rileva una diminuzione del numero di aziende che utilizza la cassa integrazione ordinaria (-14) e dei lavoratori coinvolti (-292), mentre aumenta la cassa straordinaria (+6 aziende e +714 lavoratori), e la cassa in deroga (+13 aziende e +4 lavoratori). Per quanto riguarda i contratti di solidarietà, sono aumentate le aziende (+5) e i lavoratori (+777), anche la mobilità segnala più aziende (+8) e più lavoratori (+111).

Sono sempre di più le aziende che non sono in grado di anticipare l’indennità di CIG e per far fronte ai tempi lunghi per il pagamento diretto ai lavoratori da parte dell’INPS, come Cisl e come sindacato ci siamo attrezzati per cercare di rispondere a questi problemi e gestire al meglio tutta la questione relativa all’anticipazione sociale da parte delle banche.  Sono sempre poche le realtà in controtendenza con segnali positivi e che hanno fatto assunzioni, mentre sono in aumento il numero delle aziende che falliscono, testimonianza diretta e drammatica dell’evidenziarsi delle difficoltà finanziarie. Questa crisi ha prodotto non solo conseguenze di rallentamento dell’attività produttiva ma si è anche sovrapposta alla debolezza strutturale del nostro apparato industriale e alla mancanza di “un sistema Paese” in grado di dare risposte coese, l’instabilità politica dell’Italia non ha consentito sino ad oggi di dare maggiore attenzione alle tematiche industriali e del lavoro. Non ha aiutato il rallentamento dei programmi di investimento causato dalle politiche restrittive di accesso al credito praticate dal sistema bancario.

Occorre difendere il sistema industriale con politiche adeguate!

Vanno attuate politiche pubbliche di sostegno agli investimenti e all’acceso al credito, condizionate da programmi di consolidamento industriale e piani sociali per l’occupazione da parte delle imprese. Vanno attuate strategie di sviluppo e di dotazione infrastrutturale, per rafforzare il settore manifatturiero, favorire l'accesso al credito per gli investimenti industriali e le innovazioni, e garantire la sostenibilità. E’ positivo in tal senso la costituzione dei confronti permanenti in sede regionale e nazionale sui settori dell'Ict, dell'elettronica e degli elettrodomestici. Va tutelata e sostenuta l’occupazione che costituisce insieme patrimonio  professionale e di conoscenza per le aziende e preziosa ricchezza per il nostro territorio con l’utilizzo di strumenti alternativi ai licenziamenti e con l’attuazione di politiche attive del lavoro e di riqualificazione. Deve essere favorito l’utilizzo dei contratti di solidarietà ed è fondamentale che questo strumento continui ad essere adeguatamente finanziato.

Occorre quindi attivare le energie e le competenze dei sistemi locali (istituzioni, sistema formativo, imprese, sindacati), per l’analisi dei punti di criticità e l’individuazione di obiettivi e progetti di rafforzamento dei fattori di competitività, con la pianificazione dello sviluppo del territorio.

Gli ammortizzatori sociali sono importanti, ma non sono la soluzione dei problemi, le lavoratrici e i lavoratori chiedono innanzitutto lavoro.

Bisogna saper dare risposte più rapide perché il tempo di intervento è fondamentale, vanno anche costruite scelte coraggiose individuando settori e aziende che hanno ancora molte eccellenze, competenze e professionalità che possono essere rilanciate, delineando nuove iniziative imprenditoriali che devono trovare il supporto economico, oltre che politico, delle istituzioni nel loro insieme, da quelle locali fino al Governo nazionale.

Occorre difendere il sistema industriale con politiche adeguate e deve essere ridistribuito il lavoro che c’è con politiche adeguate degli orari di lavoro!

Riportiamo nello specifico la situazione del monitoraggio effettuato nelle quattro zone sindacali su cui siamo organizzati in Brianza come metalmeccanici della Fim Cisl.

Zona di Vimercate                                                                                                                                            69 aziende coinvolte con 5.076 addetti occupati e 3.006 addetti coinvolti, di cui:                                               – 26 aziende con utilizzo di CIGO e 708 addetti coinvolti,                                                                                     – 11 aziende con utilizzo di CIGS e 920 addetti coinvolti,                                                                                    – 4 aziende con utilizzo di CdS (contratti di solidarietà) e 1.070 addetti coinvolti,                                               – 22 aziende con utilizzo di CIG in deroga e 117 addetti coinvolti,                                                                      – 9 aziende con utilizzo di mobilità e 191 addetti coinvolti

Zona di Desio                                                                                                                                                      105 aziende coinvolte con 2.615 addetti occupati e 2.600 addetti coinvolti, di cui:                                              – 48 aziende con utilizzo di CIGO e 861 addetti coinvolti,                                                                                    – 8 aziende con utilizzo di CIGS e 448 addetti coinvolti                                                                                       – 4 aziende con utilizzo di CdS (contratti di solidarietà) e 974 addetti coinvolti                                                   – 45 aziende con utilizzo di CIG in deroga e 252 addetti coinvolti                                                                         – 4 aziende con utilizzo di mobilità e 65 addetti coinvolti

Zona di Carate                                                                                                                                                 35 aziende coinvolte con 753 addetti occupati e 381 addetti coinvolti, di cui:                                                     – 15 aziende con utilizzo di CIGO e 270 addetti coinvolti                                                                                      – 0 aziende con utilizzo di CIGS e 0 addetti coinvolti                                                                                            – 0 aziende con utilizzo di CdS (contratti di solidarietà) e 0 addetti coinvolti                                                        – 16 aziende con utilizzo di CIG in deroga e 76 addetti coinvolti                                                                         – 4 aziende con utilizzo di mobilità e 35 addetti coinvolti

Zona di Monza                                                                                                                                                  35 aziende coinvolte con 2.321 addetti occupati e 1.944 addetti coinvolti, di cui:                                               – 11 aziende con utilizzo di CIGO e 216 addetti coinvolti                                                                                     –  6 aziende con utilizzo di CIGS e 652 addetti coinvolti                                                                                      – 4 aziende con utilizzo di CdS (contratti di solidarietà) e 910 addetti coinvolti                                                   – 11 aziende con utilizzo di CIG in deroga e 47 addetti coinvolti                                                                         – 3 aziende con utilizzo di mobilità e 119 addetti coinvolti

Il Segretario generale aggiunto  Fim Cisl Monza Brianza Lecco                                                               Responsabile per la Provincia di Monza e Brianza                                                                                         Gianluigi Redaelli