Gianetti, una sentenza a metà

Il Tribunale di Monza ha riconosciuto la condotta antisindacale della Gianetti Ruote, ma non ha annullato i licenziamenti dei 152 lavoratori. La sentenza è stata emessa ieri, 28 gennaio.

La vicenda risale a questa estate. I legali di Fiom, Fim e Uilm, i sindacati dei metalmeccanici di Cgil, Cisl e Uil, avevano presentato un ricorso per comportamento antisindacale nei confronti dell’azienda in merito alla procedura di licenziamento avviata per 152 persone dello stabilimento brianzolo chiuso all’inizio di luglio. Dopo un primo pronunciamento in autunno, che aveva sancito la regolarità del comportamento dell’azienda, i sindacati erano tornati alla carica per vedersi riconoscere il diritto di essere consultati prima di avviare i licenziamenti per valutare strade alternative alla chiusura della fabbrica.

Nell’udienza di ieri, un nuovo giudice, sempre in forza al Palazzo di Giustizia di Monza, ha deciso che il comportamento dell’azienda di Ceriano Laghetto non era stato regolare, ma non ha proceduto all’annullamento dei licenziamenti.

«Il riconoscimento in appello della condotta antisindacale posta in essere da Gianetti ruote, senza il conseguente annullamento dei licenziamenti conseguenti dei 152 lavoratori – ha commentato Enrico Vacca, segretario generale della Fim Cisl Monza Brianza Lecco -, ha un sapore amaro per noi come organizzazione, si ribadisce la rilevanza delle obiezioni poste nei confronti dell’azienda fin dallo scorso mese di luglio, ma nel concreto ai lavoratori non rimangono che le impugnative individuali dei licenziamenti che stiamo mettendo in campo in questi giorni. Valuteremo ora anche insieme alle altre organizzazioni sindacali come proseguire la vertenza».