Cisl, gestire il cambiamento

C’è un mondo che cambia freneticamente e la Cisl Monza Brianza Lecco non vuole farsi trovare impreparata. Anzi, di questo rapido mutamento, vuole essere parte attiva. E «Protagonisti del cambiamento» è appunto il tema centrale del 3° Congresso della Cisl Monza Brianza Lecco, in programma oggi e domani al Teatro San Rocco di Seregno.

Un incontro che, purtroppo, si è aperto proprio in coincidenza con drammatica notizia dell’invasione dell’Ucraina da parte delle truppe russe. Ma la Cisl Monza Brianza Lecco, quasi in ostinata contrapposizione a questi folli venti di guerra, ha voluto inaugurare la sua assemblea ricordando un uomo di buona volontà come Tino Perego, il sindacalista della Fim morto il 30 luglio 2020, una vita spesa in difesa dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori. Perego, segretario dapprima della Fim Monza Brianza, poi della Fim Lombardia, si era confrontato anche con realtà industriali ormai dissolte, completamente diverse rispetto a quelle odierne. «Allora a Sesto San Giovanni c’erano 44mila operai», spiegava lo stesso Perego in un video trasmesso prima dell’apertura dei lavori. Il «Tino» è stato per tanti anni portatore di valori attuali allora come oggi, mai banali, mai scontati, mai passati di moda. Anzi. Valori infatti sempre e comunque tutelati dalla Cisl Monza Brianza Lecco, come ha ricordato il segretario generale Mirco Scaccabarozzi nella sua relazione, dedicata a un «amico, a un maestro, a un cislino».

Al Congresso sono presenti 197 delegati. Gli iscritti a fine 2021 erano 86.115. Domani ci sarà l’elezione del consiglio direttivo, che a sua volta eleggerà la nuova segreteria. Quest’ultima resterà in carica quattro anni. L’attuale segreteria è composta da Mirco Scaccabarozzi, Annalisa Caron e Roberto Frigerio. «Noi – precisa Scaccabarozzi – siamo sempre stati in contrapposizione al leaderismo. Al nostro Congresso ognuno può discutere, parlare, proporre e, infine, votare la prospettiva».

Il possibile futuro dei territori delle province di Monza e Lecco è stato preso in esame dal segretario generale nella sua ampia relazione. Scaccabarozzi ha ribadito come «la ripresa per la Cisl non possa essere ricondotta unicamente a una mera ingegnerizzazione delle dinamiche economiche e produttive. Gli obiettivi ambiziosi prefigurati dalla transizione digitale e ambientale debbono coniugarsi strettamente a obiettivi del pari ambiziosi sotto il profilo della innovazione sociale e delle forme del lavoro, che debbono assumere una precisa veste pattizia». E per la sanità il segretario ha illustrato la rilevanza di un cambiamento nel rapporto tra sanità pubblica e privata, «perché non si può continuare a privatizzare parti del sistema sanitario pubblico». Scaccabarozzi ha nuovamente evidenziato l’importanza della formazione, tanto più importante in un Paese condizionato dal disallineamento tra le specifiche richieste delle aziende e i profili professionali dei lavoratori che cercano un’occupazione. Scaccabarozzi ha sottolineato come, invece, «gli Istituti tecnici superiori assicurino a livello nazionale l’80% di occupabilità dopo un anno dalla fine del corso di studi. Una percentuale che supera il 90% nel nostro territorio. Gli Its in Italia hanno 19mila studenti. In Germania sono 900mila. Il Piano Next Generation Eu prevede ora un investimento di un miliardo e mezzo di euro». Con l’obiettivo di arrivare a quota 100mila studenti.

All’appuntamento di Seregno ha partecipato anche il segretario nazionale Cisl Ignazio Ganga, che ha subito evidenziato come «la Cisl faccia una scelta di campo per la pace e come anche da Monza parta un segnale che rifiuta la logica delle armi». Ganga, ammettendo come i sindacati siano preoccupati da partiti in costante campagna elettorale, ha spiegato come sia fondamentale unire le forze per non lasciare per strada nessuno. «La piena occupazione alla quale pensa la Cisl non è certo l’occupazione precaria». E ha precisato come la Cisl sia costantemente impegnata nel confronto per un uso oculato delle risorse messe a disposizione del Pnrr, perché «questo è un processo molto delicato, non è possibile sbagliare un colpo nell’utilizzo di questa massa enorme di risorse pubbliche. Da qui al 2026 il nostro Paese dovrà recuperare le attuali debolezze strutturali». Per quanto riguarda la questione previdenziale, Ganga ha spiegato come per la Cisl «la pensione non sia né un privilegio, né un lusso. E per ciò che concerne la diversità dei lavori, siamo riusciti a portare il numero dei lavori gravosi da 15 a 23. Ma non basta».

Enrico Casale
Sergio Gianni