In treno per la memoria, le iniziative 2022

Per il terzo anno consecutivo la Pandemia non ha permesso la partenza del “Treno per la memoria”, la visita ai campi di sterminio di Auschwitz destinata agli studenti delle scuole superiori e aperta a lavoratori e pensionati, realizzata ogni anno da CGIL CISL UIL. Nonostante le difficoltà logistiche, il Comitato organizzativo ha voluto mantenere vivo il suo impegno a custodire la memoria passando il testimone alle nuove generazioni, con due iniziative entro i confini italiani.

La prima, cui hanno aderito gli studenti degli Istituti Enriques di Lissone e Parini di Seregno, è stata una visita di due giorni alla Risiera di San Sabba a Trieste, campo di concentramento allestito dai nazisti all’interno di un vecchio stabilimento per la pilatura del riso, l’unico in Italia dotato di un forno crematorio per l’eliminazione dei corpi. Durante la due giorni del 6 e 7 aprile gli studenti hanno partecipato al seminario interattivo con i curatori della mostra “Il confine più lungo” con Stefan Cok dell’istituto di Trieste e hanno potuto seguire una lezione dello storico Tristano Matta sulla deportazione nel territorio di Trieste a seguito dell’emanazione delle leggi razziali del 1938.

Lunedì 11 si è invece data voce alle finalità di cui è portatore il progetto “In treno per la memoria” che – come ricordato da Michele Tedino e Mirco Scaccabarozzi, intervenuti in rappresentanza rispettivamente del Comitato organizzatore regionale e territoriale CGIL CISL UIL – ovvero creare occasioni di condivisione della memoria come virtù civile, che possa fornire alle nuove generazioni strumenti culturali per valorizzare un modello di convivenza sociale garantito dalla Costituzione repubblicana sorta in seguito alla lotta di liberazione dal nazi-fascismo.

Alcuni dei ragazzi appena rientrati da Trieste hanno potuto raccontare, nel corso del seminario online e in presenza presso l’Istituto Mapelli di Monza, quanto vissuto e appreso durante il viaggio ai loro coetanei.

L’iniziativa si è chiusa con un lungo intervento di Fabio Isman – giornalista, scrittore e studioso di origini monzesi – sulle leggi razziali fasciste del 1938, che esclusero gli ebrei dalla scuola, dal mondo del lavoro, dalla vita civile arrivando fino alla confisca di ogni loro bene. Quest’ultimo fenomeno, noto come “la Grande razzia”, è stato descritto da Isman attraverso documenti, foto, racconti da lui stesso recuperati con una certosina indagine in molti archivi del Paese, muovendo da quanto prodotto dalla Commissione Anselmi del 1998 che accertò quanto sottratto agli ebrei da enti pubblici e privati.

All’iniziativa hanno portato il loro contributo anche Anpi e Aned Monza Brianza.