CISL: «SIAMO PREOCCUPATI PER L’USO DEI VOUCHER»

Rita Pavan, Segretario generale della Cisl Monza Brianza Lecco: «I dati del 2016 mostrano che i voucher stanno sostituendo almeno in parte l'abrogazione del contratto a progetto e, in alcuni settori e per alcun lavori discontinui, sono serviti a “sanare” sacche di lavoro totalmente in nero»

Erano stati pensati per un altro uso. Il Governo adesso ha introdotto alcuni correttivi sulla loro tracciabilità. Ma l’utilizzo distorto dei voucher, i buoni per il pagamento delle prestazioni di lavoro accessorio,  preoccupa comunque  la Cisl Monza Brianza Lecco. Anche perché sul territorio il loro uso è in crescita. «I dati del 2016  – ha dichiarato Rita Pavan, segretaria generale della Cisl Monza Brianza Lecco – mostrano che i voucher stanno sostituendo almeno in parte l'abrogazione del contratto a progetto e, in alcuni settori e per alcun lavori discontinui, sono serviti a “sanare” sacche di lavoro totalmente in nero».

I dati della Brianza e del Lecchese
I dati territoriali dell’Inps regionale dicono che nel 2015 nella Provincia brianzola sono stati venduti complessivamente 1.436.767 voucher. La crescita, rispetto all’anno precedente, è stata dell’84%. I committenti registrati sono stati 3.200. Nel 2014 erano stati 1.600. E la tendenza sembra destinata a consolidarsi: nel primo trimestre 2016, infatti, sono stati registrati complessivamente 2.581 committenti, tra aziende e persone fisiche. 
I dati forniti dall’Inps regionale e che riguardano la provincia di Lecco sono espliciti: nel 2015  sono stati venduti complessivamente 982.794 voucher,  rispetto ai 545.068 venduti nel 2014 con un incremento pari a +80%. Sempre nel 2015 si sono registrati 2.298  committenti tra aziende e persone fisiche (erano meno di 1000 nel 2014). Nel  primo trimestre 2016 sono ben 4.251 i committenti già registrati.
«I pericoli che possono celarsi sono stati più volte ricordati – ha continuato Rita Pavan –  ovvero che lavoro dipendente, che ha maggiori garanzie,  possa essere sostituito con lavoro accessorio, bisogna evitare o quanto meno limitare il più possibile abusi di qualsiasi genere, è vero che  nel contesto attuale c'è assoluto bisogno di lavoro e di reddito per quanti l'hanno perso ma nel rispetto delle leggi e della dignità delle persone».

Tracciabilità e settore agricolo
Nell'ambito del confronto nazionale su lavoro e previdenza, il ministro del Lavoro Giuliano Poletti ha insistito nel ritenere necessario solo un intervento sulla tracciabilità, che consisterà nell’obbligo di comunicare alla sede territoriale dell’Ispettorato nazionale del lavoro, almeno 60 minuti prima dell’inizio della prestazione lavorativa, i dati del lavoratore nonché luogo e durata della prestazione. Ciò però non varrebbe per gli imprenditori agricoli, che inoltre sarebbero esonerati dal limite massimo di 2.000 euro valevole per gli altri imprenditori. «La Cisl, pur valutando positivamente l’intervento sulla tracciabilità, si è detta fortemente contraria alle ipotesi di esonero relativo al settore agricolo – precisa Rita Pavan -. Non solo abbiamo chiesto che per il settore agricolo restino tutti i limiti previsti, sia quelli specifici, sia quelli generali relativi al limite massimo di 2.000 euro, ma abbiamo insistito per una rivisitazione in senso restrittivo del campo di applicazione dei voucher in tutti i settori, che ne consenta l’utilizzo solo per attività realmente occasionali, eventualmente stabiliti dalla contrattazione».

Alcuni dati nazionali
Dal mese di agosto 2008 (mese di inizio della vendita dei voucher in occasione della sperimentazione per le vendemmie) al 31 dicembre 2015, risultano complessivamente venduti  277,2 milioni di voucher di importo nominale pari a 10 euro. Nel corso del 2015 sono stati venduti 115,1 milioni di voucher di importo nominale pari a 10 euro, con un incremento del 66% rispetto al 2014, a conferma di una diffusione sempre crescente del lavoro accessorio, anche grazie alle numerose modalità di distribuzione dei voucher.  Attualmente la modalità prevalente è attraverso il circuito dei tabaccai, a seguire altri circuiti come poste, circuito telematico, banche e sedi Inps (vendite nel 2015: Tabaccai  78.139.845, Uffici postali 11.366.442 , Procedura telematica 10.529.842, Banche 8.237.617, infine sedi INPS con 6.805.967). Il numero di lavoratori interessati nel 2015 a livello nazionale supera quota 1.380.000 (erano 1.017.000 nel 2014 ), di questi 119.000 sono lavoratori extracomunitari, pari al 8,6% del totale. La percentuale delle donne è progressivamente aumentata ed ormai è superiore al 50% (era del 33% nel 2008 rispetto agli uomini).