CAMERA DI COMMERCIO, MONZA VA CON MILANO. SINDACATO E CONSUMATORI CONTRARI

Marco Viganò, a nome di Cgil. Cisl e Uil e Carmine Villani, a nome di Adiconsum Monza Brianza, Adoc Monza Brianza, Federconsumatori Monza e Brianza e Confconsumatori Federazione Monza e Brianza, hanno espresso voto contrario all'accorpamento con Milano

Oggi il Consiglio della Camera di Commercio di Monza e Brianza ha deliberato l’accorpamento con Milano. Marco Viganò, a nome di Cgil. Cisl e Uil e Carmine Villani, a nome di Adiconsum Monza Brianza, Adoc Monza Brianza, Federconsumatori Monza e Brianza e Confconsumatori Federazione Monza e Brianza, hanno espresso voto contrario con le seguenti motivazioni:

1) per l’Area  metropolitana, in considerazione  anche  del  regime giuridico superiore  a essa riconosciuta (e non per le Province), sussiste la necessità della coincidenza  della circoscrizione territoriale della Città metropolitana con quella della Camera di Commercio. Una nostra decisione diversa potrebbe quindi configurarsi come illegittima.
2) La stessa Legge Delrio comporta la necessità di coordinare il nuovo assetto locale  con quello camerale e in attuazione dell'articolo 118 della Costituzione (sussidiarietà),  e prevede anche l’individuazione dell'ambito  territoriale ottimale  di  esercizio  per  ciascuna  funzione.
3) In tale prospettiva, all’Ente di area vasta compete un ruolo di livello politico-programmatico, mentre alle  Camere  di  Commercio  compete,  prima,  un  ruolo  di  partecipazione  alla  definizione degli  strumenti  di  pianificazione,  e,  poi,  di  attuazione  degli  interventi  promozionali  e  di  gestione operativa  dei  compiti  amministrativi. Dunque,  risulta  essenziale  raccordare  la  razionalizzazione  degli  Enti  di  area  vasta  con  quella  delle Camere di Commercio. 
4) La  riforma  «Madia»: è un provvedimento  di  razionalizzazione  che non  può  prescindere  dai  principi  dettati  dalla nuova  legislazione  in  merito  all’assetto  del  governo locale. Come è previsto per  la  specificità  montana,  la  razionalizzazione  delle  Camere  di  commercio  deve assicurare  la  coerenza  con  le  logiche  di  area  vasta,  frutto  della  legge  n.  56/2014 e, in  particolare, non  può  non  tener  conto  di  tale  principio  per  le  aree  metropolitane.
5) L'organizzazione del sistema camerale è strettamente connessa a quella delle Province e una sua riorganizzazione dovrebbe procedere di pari passo e in maniera coerente alla scelte che i territori decideranno di attuare.

Sul piano poi dei contenuti di interesse per la parte che rappresentiamo, non possiamo che sottolineare alcuni passaggi della lettera della Rsu della nostra Camera di commercio. Le lavoratrici e i lavoratori di questa camera denunciano non solo il drastico taglio del personale che potrebbe giungere in caso di accorpamento, e lasciare senza lavoro una persona su quattro, ma anche l’esplicita previsione di soppressione delle sedi «secondarie» delle camere risultanti dall’accorpamento per cui rimarranno solo alcuni sportelli a Monza, mentre sarà difficile difendere la realtà di Desio, che rischia di essere definitivamente chiusa.

In coerenza con quanto detto, e non essendoci altre proposte diverse da quella dell’accorpamento con Milano, i rappresentanti Marco Viganò e Carmine Villani hanno chiesto al Consiglio camerale la sospensione della decisione odierna e la messa in opera dei passaggi, anche con le istituzioni locali, per verificarne la tenuta futura. 

Non avendo avuto riscontri positivi, hanno espresso parere contrario.

 

L'intervento di Marco Viganò

Cari colleghi consiglieri, presidente,
È con vivo interesse per questo territorio che questa camera ha voluto interpretare con una azione innovativa a sostegno del sistema Brianza che mi accingo a fare alcune considerazioni sul punto 4 all'ordine del giorno di oggi.
Nelle ultime due settimane il dibattito anche pubblico sulle sorti di questa nostra camera è stato rilevante. Così non poteva che essere per le implicazioni che la presenza o meno di una Ccia può avere su un territorio. La nostra è una istituzione che arriva dalla Costituzione e la sua legittimità è data dall'insieme del contesto socio economico che rappresenta.

Alcune riflessioni di carattere giuridico
Legge n. 580/1993, Testo unico sulle Camere di Commercio – Unioncamere – Il principio sottostante alla definizione dell’ambito territoriale di competenza delle esistenti e delle nuove Camere di Commercio è che questa coincida con la circoscrizione provinciale. È anche vero che la costituzione di una nuova Provincia non comporta obbligatoriamente l’istituzione di una nuova Camera di commercio. Perciò solo per la Provincia esiste la possibilità che non coincida la sua circoscrizione territoriale con quella della Camera di Commercio, circostanza non esplicitata per l’area metropolitana. Ne consegue che solo per l’Area metropolitana, in considerazione anche del regime giuridico superiore ad essa riconosciuta, e non per le Province sussista la necessità della coincidenza della circoscrizione territoriale della Città metropolitana con quella della Camera di Commercio.  Una nostra decisione contraria potrebbe configurarsi come illegittima.
Legge n. 56/2014, c.d. “Legge Delrio” – La stessa Legge Delrio comporta la necessità di coordinare il nuovo assetto locale con quello camerale e in attuazione dell'articolo 118 della Costituzione (sussidiarietà), e prevede anche l’individuazione dell'ambito territoriale ottimale di esercizio per ciascuna funzione;

La valorizzazione della Camera di Commercio passa attraverso un complesso di attivitàà nell’ambito dell’innovazione, della semplificazione e dell’ottimizzazione delle funzioni in materia di sostegno allo sviluppo economico locale e di servizi alle imprese. L’intento è quello di creare un sistema di raccordo, nei territori, tra l’Ente di area vasta e la Camera di Commercio di riferimento, volto a creare un rapporto di sinergia con una chiara e puntuale suddivisione dei compiti e con l’eliminazione di sovrapposizioni di attività e competenze. In tale prospettiva, all’Ente di area vasta compete un ruolo di livello politico-programmatico, mentre alle Camere di Commercio compete, prima, un ruolo di partecipazione alla definizione degli strumenti di pianificazione, e, poi, di attuazione degli interventi promozionali e di gestione operativa dei compiti amministrativi. Dunque, risulta essenziale raccordare la razionalizzazione degli Enti di area vasta con quella delle Camera di Commercio.

Il rapporto tra la riforma “Madia” e la riforma “Delrio”
Il contenuto dell’art. 8, legge n. 124/2015, inerisce alle attività degli uffici dello Stato e di alcuni Enti pubblici non economici, e manifesta l’evidente finalità di procedere a snellimenti e risparmi di spesa. Il tema è quello della razionalizzazione della rete organizzativa e della revisione delle competenze degli uffici delle Prefetture-Uffici territoriali del Governo. La norma prevede la trasformazione di questi Uffici in un punto di contatto unico tra Amministrazione periferica dello Stato e cittadini.

Nel particolare l’art. 8, co. 1, lett. e), legge n. 124/2015, quale limite alla ridefinizione della struttura ministeriale, indica i criteri inerenti all’estensione territoriale, alla popolazione residente, all’eventuale presenza della Città metropolitana, alle caratteristiche del territorio, alla criminalità, agli insediamenti produttivi, alle dinamiche socio-economiche, al fenomeno delle immigrazioni sui territori fronte rivieraschi e alle aree confinarie con flussi migratori.

Anche in questo ambito, come per la legge n. 580/1993, emerge come le Città metropolitane abbiano un riconoscimento speciale rispetto alle Province, per cui trova applicazione una disciplina di favore. Quello che emerge è la necessittà di un coordinamento tra la riforma degli Enti locali, legge n. 56/2014, e la riforma della pubblica Amministrazione, legge n. 124/2015, che va intesa anche per il tema del riordino delle Camere di Commercio.

La riforma “Madia” e le Camere di Commercio
È un provvedimento di razionalizzazione che non può prescindere dai principi dettati dalla nuova legislazione in merito all’assetto del governo locale.
Come è previsto per la specificità montana, la razionalizzazione delle Camere di commercio deve assicurare la coerenza con le logiche di area vasta, frutto della legge n. 56/2014 e, in particolare, non può non tener conto di tale principio per le aree metropolitane.

A questo proposito a noi sembra corretta l'impostazione data dai nostri sindaci che in una mozione, all'unanimità, ci chiedono la sospensione di qualsiasi decisione che possa compromettere l'attuale autonomia della CCIIAA di MB e di avviare insieme un lavoro propositivo di confronto nell'interesse di una riorganizzazione condivisa ed effettivamente utile per i cittadini e per le imprese del sistema economico MB di tutte le funzioni ed i servizi presenti in Monza e Brianza.

Sarebbe una forzatura fuori misura fare il contrario.

Anche la recente interrogazione parlamentare, degli onorevoli Rampi e Fragomeli, ci suggerisce di guardare al futuro in una prospettiva sinergica con il territorio quando dice "è in corso un complesso processo di revisione dei differenti livelli di governo e di riorganizzazione degli enti territoriali, in particolare modo delle Provincie, che passa anche per l'appuntamento referendario autunnale e per la successiva e conseguente fase di definizione di aggregazioni, confini e competenze;

– l'organizzazione del sistema camerale è strettamente connessa a quella delle provincie e una sua riorganizzazione dovrebbe procedere di pari passo è in maniera coerente alla scelte che i territori decideranno di attuare;

– alcune strutture camerali stanno procedendo con accelerazioni che possono compromettere l'efficacia e l'efficienza della fase successiva;

si chiede se il Governo intenda definire degli indirizzi unitari per procedere in questa fase, e se non ritenga opportuno un lavoro congiunto anche con gli enti camerali perché i processi si sviluppino in modo coordinato e coerente."

L'occupazione
Sul piano poi più dei contenuti di interesse per la parte che rappresento non posso che sottolineare alcuni passaggi della lettera che ci è stata indirizzata dalle Rsu della nostra Ccia.

Le lavoratrici e i lavoratori di questa camera, semplici dipendenti e funzionari, a cui il sistema ha riconosciuto capacità importanti e una sollecitudine a risolvere i problemi di prim'ordine, ci presentano alcune osservazioni che ritengo di riportare qui perché sono il frutto di riflessioni importanti anche sugli sviluppi di due dei punti centrali che sono scritti nella delibera ma che rischiano di rimanervi lettera morta e non essere mai resi carne viva. Ci dicono:"Siamo consapevoli, in particolare, del fatto che voi sappiate, come noi sappiamo, dell’imminente varo del Decreto delegato che interesserà il nostro ente.

Il contenuto, trapelato nel corso delle ultime ore, si presenta a dir poco allarmante. Non solo per noi lavoratori, colpiti da un drastico taglio del personale che potrebbe giungere, in caso di accorpamento, a lasciare senza lavoro una persona su quattro, ma anche e soprattutto per il territorio.

Non vi sarà sfuggito, infatti, come il decreto contenga, esattamente come nella prima bozza circolata mesi orsono, un’esplicita previsione in ordine alla soppressione delle sedi “secondarie” delle camere risultanti dall’accorpamento.

Tale, evidentemente, verrebbe ad essere Monza la cui sede pertanto rischierebbe di chiudere per sempre.

"Oltre al taglio del 25% del personale in caso di accorpamento, che potrebbe vedere un ritorno su Monza molto più che proporzionale in termini di taglio di personale e servizi, il decreto prevede infatti l'impossibilità concreta di dar vita a una sede propria della camera di Monza. Per cui rimarranno solo alcuni sportelli a Monza e sarà difficile, a nostro avviso, difendere la realtà di Desio, che rischia di essere definitivamente chiusa. Viene a mancare quello che la Consulta provinciale delle libere professioni ci ha detto tramite la propria comunicazione e in particolare viene meno "la tutela di quella “vicinanza operativa“ istituzionale che ha contrassegnato le iniziative ed i servizi negli anni passati, ivi comprendendo anche un’autonomia, quanto maggiore possibile, dal punto di vista delle scelte operative e gestionali, dell’impiego delle risorse, oltre al sicuro mantenimento di una Sede in Monza"

Quel tesoretto che Milano ci aveva consegnato alla costituzione della nuova camera rischia di ritornare al mittente senza aver dato frutto. Allora, non solo per quanto ci ricorda ogni volta che si riunisce la giunta il consigliere Mariani, cioè che ogni nostro atto è sotto la lente di osservazione della Corte dei Conti, e che pertanto rispondiamo personalmente degli atti che approviamo, ma c'è anche una valutazione di valore che riguarda il fatto di non essere stati in grado di dare al territorio una sede decorosa per rappresentarlo.

È questo per una affrettata valutazione in ordine alle prospettive di futuro del territorio.

Sul piano delle risorse che la Brianza potrà vantare, nessuno è in grado di mettere nero su bianco quale sarà la dimensione in una prospettiva di medio periodo e la somma, una volta concordata, dovrà reggere a ogni revisione periodica delle previsioni economico finanziarie della camera accorpante.

In merito poi alle trattative con le altre camere di commercio mi preme solo dire che, come si evince dalla delibera, l'unica vera proposta è stata fatta da Milano.

Noi alle altre camere non abbiamo fatto proposte. Non c'è da scegliere tra due o più proposte, come avevo chiesto in Giunta che avvenisse, ma solo e unicamente quella che ci ingloba nel sistema metropolitano, con nessuna proposta pro attiva da parte nostra verso le altre camere. La cosa in se, sta a rappresentare una scarsa volontà della commissione ad andare a negoziare dalla posizione di accorpante, e le motivazioni noi le possiamo intravvedere ma non le conosciamo a fondo. Abbiamo avuto anche qualche problema di conflitto di interesse quando in quella commissione, una associazione era rappresentata da un noto consigliere della Ccia di Milano (Panigo). Alla cosa, anche se molto in ritardo, si è posto rimedio, ma non è passata inosservata e non è stata ininfluente sul risultato.

Chiediamo pertanto, in coerenza con quanto detto, che si sospenda la decisione odierna e si facciano tutti i passaggi, anche con le istituzioni locali, per verificarne la tenuta futura. In caso contrario, nostro malgrado, ci vedremo costretti a votare contro la delibera presentata oggi. A questo proposito chiediamo che il voto avvenga in forma segreta, non palese.

Chiedo che il mio intervento integrale venga messo agli atti di questo Consiglio.