Proroga smart working semplificato

Retromarcia sullo smart working semplificato. Con la legge di conversione del Decreto Aiuti arriva a sorpresa la notizia della proroga al 31 dicembre 2022 del lavoro agile senza necessità di accordo individuale per tutti i lavoratori del settore privato.

Nel frattempo però, anche per effetto del Decreto che stabiliva la fine del regime semplificato al 31 di agosto scorso, moltissime aziende stanno già procedendo alla stesura degli accordi collettivi da declinare in accordi individuali dal 1 gennaio 2023. La legge, infatti, prevede che una volta conclusasi la fase semplificata le parti, azienda e lavoratore, debbano sottoscrivere un accordo specifico che contenga i termini della nuova modalità di lavoro.

Lo smart working è uno strumento che, se ben utilizzato, può offrire vantaggi alle aziende, ai lavoratori ed alla collettività più in generale. Alle aziende perché riduce i costi e può efficientare le attività, ai lavoratori perché può consentire una miglior conciliazione con la vita familiare e non, alla collettività perché riduce gli spostamenti e, di conseguenza, il traffico e l’inquinamento.

Questo strumento non è però privo di rischi per i lavoratori: gli stessi potrebbero essere indotti a lavorare di più essendo senza orario; non sempre vengono forniti dall’azienda gli strumenti necessari per poter operare; un prolungato allontanamento dall’azienda potrebbe risultare dequalificante dal punto di vista professionale; un luogo di lavoro non idoneo potrebbe avere conseguenze sulla salute. Questi sono solo alcuni dei rischi che un lavoro agile non ben regolamentato potrebbe comportare per il lavoratore.

Ci sono quindi elementi che un buon accordo deve necessariamente specificare. Al lavoratore in smart working dovranno innanzitutto essere garantiti gli stessi trattamenti economici e normatici previsti per gli altri dipendenti. Dovranno essere regolamentati i tempi di disconnessione, le modalità di controllo che l’azienda vorrà necessariamente esercitare, gli strumenti che vengono messi a disposizione e quali luoghi di lavoro non ritenuti idonei per ragioni di sicurezza e di privacy. Dal punto di vista professionale che anche dal punto di vista psicologico sarebbe auspicabile che il lavoratore in smart working mantenesse comunque la possibilità di lavorare in azienda alcuni giorni a settimana.

A cura di Antonio Mastroberti, Responsabile ufficio vertenze CISL Monza Brianza Lecco

 

IL SINDACATO PREDILIGE L’ACCORDO COLLETTIVO

Il commento del Segretario Generale CISL Monza Brianza Lecco, Mirco Scaccabarozzi “Nonostante il legislatore consenta l’accordo individuale, come Sindacato non possiamo che prediligere accordi collettivi di secondo livello che, in alternativa o in aggiunta all’accordo individuale, incentivino l’utilizzo corretto del lavoro agile e garantiscano la parità di trattamento tra i lavoratori. Un buon accordo può consentire che lo strumento divenga un vantaggio per tutti diversamente ne potrebbero giovare solo le aziende”.