IL SANGUE NON HA COLORE, PREMIATI GLI IMMIGRATI DONATORI

 Anolf, Avis e Ospedale di Lecco hanno favorito una campagna di raccolta di plasma. Il successo è stato così grande che ha ricevuto un riconoscimento internazionale da parte della International Society for Blood Transfusion  e del caso se ne parlerà a Dubai in un importante congresso che si terrà dal 2 all'8 settembre

Il progetto si chiama “Il sangue non ha colore” ed ha visto il coinvolgimento di Anolf Cisl Monza Brianza Lecco, Avis comunale Lecco e il reparto di Medicina trasfusionale dell’Ospedale “Manzoni” di Lecco. Tutto è iniziato nel 2010 da un caso specifico di un paziente straniero proveniente dal Sub Sahara, che necessitava di trasfusioni di un certo tipo di sangue.

Da lì è iniziata una campagna che ha coinvolto oltre all’Ospedale di Lecco, Anolf e Avis, per sensibilizzare i nuovi cittadini stranieri sulla donazione di sangue. E’ iniziato così un lavoro coordinato molto efficace: oggi più di mille cittadini provenienti dall’estero sono diventati donatori di sangue. In particolare, a partire dal caso da cui è nata questa esperienza, sono divenuti donatori 147 soggetti subsahariani. Non sono noti altri centri trasfusionali italiani che abbiano iscritto un numero così elevato di donatori subsahariani. I risultati del progetto saranno pubblicati dall’Isbt,  International Society for Blood Transfusion (Società Internazionale per la Trasfusione del Sangue ), che rappresenta la massima autorità scientifica in questo ambito.  L’Isbt ha ritenuto che questo contributo meritasse il massimo riconoscimento possibile al Congresso Isbt programmato nei giorni 2-8 settembre a Dubai (Emirati Arabi Uniti).  Il relatore della presentazione sarà la dottoressa Alessandra Berzuini, che ha coordinato il progetto fin dagli esordi.

«L’Anolf, che da sempre lavora per la convivenza tra i popoli, – ci ha detto Isilda Armando, presidente di Anolf  per il nostro territorio – ha lavorato molto per compiere quella mediazione che permettesse ai cittadini stranieri di comprendere il senso di una mobilitazione che consentisse di aiutare i connazionali bisognosi di trasfusioni di sangue. Sono stati formati dei facilitatori per ogni comunità, che sono stati i primi donatori. In questo contesto va sottolineato come la comunità straniera si sia messa in gioco ed abbia creduto in questo progetto. L’unico neo in tutto questo sono i permessi che le aziende sarebbero tenute a concedere per consentire la donazione. Nella situazione attuale di crisi questo diritto per i lavoratori viene spesso disatteso».

Molto soddisfatto per il buon esito di questo progetto è anche Bruno Gandolfi, presidente Avis Comunale Lecco: «Ancora una volta abbiamo dimostrato la nostra concretezza. Invece di limitarci ai congressi e alle discussioni abbiamo privilegiato l’operatività che ha dato risultati notevoli. E’ questa una costante della nostra città in tema di donazioni di sangue. Devo, infatti, ricordare che la percentuale di donatori a Lecco raggiunge la media dell’8% mentre in provincia è del 6%, in regione del 4% e in Italia del 2/3%».