Manovra. La posizione della CISL

La Cisl, in piena continuità con la sua tradizione e il suo profilo riformista e contrattualista, punta al negoziato tenendo stretto il tavolo della trattativa. Certo la via è più ripida rispetto allo scorso anno sia per la natura politica dell’Esecutivo che offre ampi margini discrezionali alla maggioranza sia per il restringimento della possibilità che si possa arrivare a modifiche rilevanti date le poche risorse disponibili.

Giudichiamo importante e positiva la convocazione del 7 dicembre da parte dell’Esecutivo, giunta dopo nostre ripetute sollecitazioni. Occorre rafforzare il dialogo per migliorare la Finanziaria, affrontare criticità, colmare i vuoti senza sconti e senza veti pregiudiziali.

Al netto delle poste allocate, 21 su 35 mld, per la copertura delle misure contro il caro energia, che valutiamo positivamente, permane la forte criticità inerente lo sviluppo del Paese, nonché l’uscita dalla pendolarità tra stagnazione e recessione che ci affligge ormai da anni.

Non si parte comunque da zero e alcuni elementi collimano con le priorità espresse dalla Cisl nell’Agenda presentata alla forze politiche in vista delle elezioni: il potenziamento dell’Assegno Unico; l’innalzamento della soglia Isee a 15mila euro per gli sconti in bolletta; la riduzione del cuneo concentrato sul lato lavoro, ancorché da rafforzare; la decontribuzione fino a 6mila euro per le stabilizzazioni e le assunzioni di giovani fino a 36 anni legata all’aumento netto occupazionale; il riconoscimento di un mese in più di congedo parentale retribuito all’80%; la detassazione degli accordi di produttività dal 10% al 5%; il disinnesco dello scalone della Legge Fornero. Nondimeno è urgente avviare a un tempo una riforma complessiva nel segno della flessibilità, della sostenibilità, dell’inclusione di giovani e donne. Ci intestiamo questi progressi e dire semplicemente che “va tutto male” squalifica e mortifica la nostra azione e il nostro ruolo.

Nonostante gli avanzamenti la Manovra è ancora debole.

Grave l’operazione fatta sulla rivalutazione delle pensioni, che andrà a penalizzare ex lavoratori che percepiscono redditi netti da 1600€. Non accetteremo mai questa redistribuzione al contrario: il Governo deve tornare indietro.

Massima chiarezza sui voucher nel turismo e nell’agricoltura. Un conto sarebbe stata la remunerazione a 10.000€ per pensionati, studenti e percettori di indennità di disoccupazione. Ben altra cosa è allargare la platea di utilizzabilità a tutti i lavoratori, scelta che minaccia le tutele e favorisce la precarietà.

Rimane l’urgenza di legare la risposta emergenziale a una visione espansiva e anticiclica. Occorre rilanciare investimenti produttivi e riforme strutturali, che però pagano dazio a dotazioni limitate e concentrate sulle contingenze. Occorre inoltre accelerare e centrare gli obiettivi del PNRR senza dimenticare difficoltà e costi occulti intervenuti con l’inflazione.

Per la sanità si rimettano in campo le risorse del Mes sanitario, 37 miliardi, per riqualificare il sistema-salute sui territori.

La Cisl esprime la sua radicale contrarietà alla flat tax, che profila un fisco penalizzante per i ceti deboli e nega alla radice i principi di equità e progressività.

Infine ma non ultimo, vanno rilanciate le politiche attive unitamente alle reti di protezione chiamate a migliorare i meccanismi rivolti agli occupabili che non hanno funzionato nel Reddito di Cittadinanza. Se vogliamo un nuovo strumento che lo sostituisca dobbiamo lavorarci da oggi perché solo una cosa è peggio di uno strumento che ha funzionato a metà: nessuno strumento.

La Cisl ritiene di grande importanza la convocazione del 7 dicembre a Palazzo Chigi pertanto le eventuali azioni da mettere in campo non possono per noi prescindere dagli esiti del confronto con il Governo e dalle prospettive che si apriranno nel proseguo dell’iter di approvazione della norma.

Mirco Scaccabarozzi
Segretario Generale CISL Monza Brianza Lecc

volantino “Dall’Agenda Sociale alla Legge di Bilancio”