25 aprile – Festa della Liberazione dal nazifascismo.
Vari sono state le occasioni in questi ultimi giorni per celebrare la festa della Liberazione, ad iniziare dalla serata di domenica 22 aprile a Cavenago dove il nostro Segretario Generale, Mirco Scaccabarozzi, è intervenuto all’evento di presentazione del libro “Don Natale Motta e la storia di Gabriele”. Don Natale, originario di Cavenago, è stato uno dei preti che durante la resistenza hanno ospitato e agevolato la fuga delle famiglie ebree verso la Svizzera. Come riportato dai testimoni della sua coraggiosa opera, sono più di 2000 le persone salvate da questo eroico prete. Fra di loro il piccolo Gabriele la cui storia è raccontata nel libretto (disponibile in prestito con richiesta al Dipartimento Organizzativo CISL).
I festeggiamenti sono poi continuati nella giornata del 25 aprile con un intervento sempre del Segretario Generale, Scaccabarozzi, alla celebrazione organizzata dal Comune di Brugherio e, nel pomeriggio con l’adesione di un nutrito gruppo di operatori della CISL Monza Brianza Lecco al corteo e alla grande manifestazione che si è tenuta a Milano dove è intervenuto sul palco il nostro Segretario Generale nazionale, Luigi Sbarra del cui discorso riportiamo i punti salienti.
“Oggi, 25 aprile, ricordiamo chi ebbe il coraggio di mettere in gioco la propria vita per la liberazione del Paese: civili e soldati, religiosi, donne, contadini, artigiani, studenti e operai. È a loro che va il nostro grazie. È un legame strettissimo, inscindibile, quello che lega la Resistenza e l’antifascismo alla Repubblica e alla Costituzione. È nella Resistenza, nei suoi valori, in quella pagina di rinascita civile e morale, che affonda le sue radici la nostra Repubblica”.
“La nostra Resistenza, i suoi valori, il suo spirito devono guidarci anche oggi: ai mali della guerra vanno contrapposti i valori della pace, della libertà, del lavoro che è il fondamento non solo economico, ma anche sociale e morale della Repubblica”.
“Libertà e lavoro stanno insieme: non può essere libero un disoccupato, un precario, un cassaintegrato, se resta inchiodato a un presente intollerabile e in attesa di un futuro inesistente. È Il lavoro che permette alla persona di contribuire al bene comune. La parola chiave, come fu allora per chi lottò per la nostra libertà, deve essere: insieme. Il Sindacato, come ha fatto nei momenti decisivi della nostra storia, c’è e farà sentire la sua voce, spenderà la sua forza per il bene del Paese”.
“Senza il pieno coinvolgimento del mondo del lavoro gli obiettivi che il nostro Paese deve tagliare non verranno raggiunti. Ecco perché la mobilitazione unitaria che abbiamo avviato vuole incalzare il governo a riallacciare un dialogo deteriorato”.