Gli addetti ai lavori avevano subito segnalato come le norme per l’accesso all’anticipo pensionistico sociale (Ape) e ai benefici previdenziali per i lavoratori precoci fossero restrittive. E infatti, al «boom»di domande (66mila a livello nazionale presentate entro la scadenza del 15 luglio), sta ora seguendo una pioggia di respingimenti. E la questione interessa ovviamente anche le province di Monza e Lecco, come confermano i dati relativi alle sedi locali dell’Inas Cisl.
La situazione è in evoluzione, ma all’Inas Monza Brianza di via Dante 17/a, su 200 domande presentate, i respingimenti sono già stati 60, equamente divisi tra Ape e pensione anticipata per i lavoratori precoci. All’Inas di Lecco, su 180 domande, i «no» hanno toccato la percentuale dell’80%. Il 60% riguarda l’Ape, la restante quota i lavoratori precoci. Le domande potranno essere ripresentate entro il 30 novembre. Entro lo stesso termine, i potenziali beneficiari potranno fare domanda una prima volta, ma con limitate possibilità di accoglimento.
«Occorre trovare una soluzione – sottolinea Rita Pavan, segretaria generale Cisl Monza Brianza Lecco -, perché i criteri attuali sono troppo rigidi. Si prefigura il pericolo di una bomba sociale. L’elevata percentuale di respingimenti rischia di spegnere speranze e aspettative». «Resta comunque complicata la corretta identificazione – aggiunge Marco Colombo, responsabile Inas Cisl Monza Brianza – della qualifica di lavoratore usurante o gravoso. L’errata dichiarazione della tariffa Inail può causare il mancato accoglimento della domanda».
Le domande andavano presentate tramite il portale telematico dell’Inps. L’Ape è un’indennità economica, finanziata dalla fiscalità generale, destinata ad assicurare un sostegno al reddito fino a che non si raggiungano i requisiti per la pensione di vecchiaia. L’Ape non è un prestito che deve essere restituito. L’importo è calcolato in base all’ammontare del futuro trattamento pensionistico. Il massimale è di 1.500 euro mensili lordi. Tra i requisiti soggettivi ci sono l’avere compiuto almeno 63 anni di età, l’avere maturato almeno 30 anni di contributi, l’essere in stato di disoccupazione per licenziamento individuale o collettivo e dimissioni per giusta causa.
La pensione anticipata per i lavoratori precoci, invece, è una possibilità per chi ha almeno un anno di lavoro effettivo (sotto questo punto di vista non hanno valore il servizio militare o altri contributi figurativi) svolto prima del compimento del 19° anno di età. Questa opportunità non è un prestito, né un’indennità, ma un anticipo pensionistico riservato a chi raggiunge 41 anni di contribuzione. Le categorie di lavoratori interessate sono le stesse a cui è rivolto l’a.pe: disoccupati, invalidi civili, lavoratori che assistono disabili e chi svolge lavori faticosi.