«È vergognoso. Non ho altre parole». Così Massimo Ferni, Femca Cisl Mbl, commenta la notizia che la K-Flex, dopo aver licenziato 187 lavoratori e aver chiuso la fabbrica di Roncello in Italia, ha aperto uno stabilimento in Polonia ricevendo fondi europei. La notizia si è diffusa la scorsa settimana ed è stata rilanciata da programmi televisivi.
Ferni ha seguito passo per passo la vertenza che da gennaio fino a giugno ha interessato i 187 lavoratori italiani. Conosce quali sofferenze hanno patito e quali difficoltà stanno vivendo ora gli ex dipendenti. Ha fatto di tutto per salvare i loro posti di lavoro e per dare un futuro all’impianto produttivo brianzolo. Non c’è riuscito.
E ora, oltre al danno, la beffa. In Polonia, la K-Flex ha ampliato lo stabilimento e ha preso fondi europei.
«È un vizio – continua Ferni -. Qui in Italia, l’azienda aveva preso prestiti pubblici a tassi bassissimi per potenziare l’attività internazionale. Poi ha chiuso i battenti ed è andata in Polonia. Adesso, ha preso i fondi europei, parte dei quali sono anche italiani. Intanto però i lavoratori brianzoli hanno perso il posto di lavoro».
Ciò che più irrita è l’indifferenza dei politici italiani. Quando l’azienda aveva annunciato la chiusura, molti leader politici avevano fatto dichiarazioni roboanti annunciando una legge che vincolasse gli aiuti pubblici alle aziende al mantenimento delle produzioni in Italia. Ma poi non se n’è fatto nulla. «Abbiamo assistito – continua Ferni – a una passerella di primedonne della politica. Hanno speso tante parole. Poi i fatti?».
Nessuna legge è stata approvata per limitare la concessione di fondi pubblici ad aziende che abbandonano il Paese. L’unica cosa che rimane è la circolare di Carlo Calenda, ministro per lo Sviluppo economico, che invita i suoi dirigenti a vincolare la concessione di finanziamenti al mantenimento delle produzioni in Italia. «L’atteggiamento della politica – conclude Ferni – è vergognoso. Alcuni dicono che una legge simile non sarebbe accettata dall’Europa. Ma portare le produzioni in un Paese con salari minimi e con ridotte tutele sindacali è ammissibile?».