Alcatel Lucent-Nokia nessun accordo sugli esuberi. A meno di un mese dalla fine della cassa integrazione straordinaria e dal rischio di licenziamento, non è stata trovata nessuna soluzione per i 50 esuberi creata dalla fusione dei due colossi della telefonia.
Per capire come si è arrivati a questo punto, facciamo un passo indietro. Nel 2016, al momento dell’acquisizione di Alcatel da parte di Nokia, la nuova proprietà ha dichiarato la presenza di 189 esuberi. Un’intesa siglata con il sindacato prevedeva l’applicazione della cassa integrazione speciale per tutti i 189 lavoratori. «Questa cassa integrazione – spiega Eliana Dell’Acqua della Fim Cisl Mbl – era funzionale alla riqualificazione professionale dei dipendenti in vista di una possibile riqualificazione. Ma come è stata utilizzata questa cassa? In questi mesi non c’è stata una rotazione. Molti corsi sono stati attivati solo all’ultimo».
In un anno, il numero di esuberi è nel frattempo sceso da 189 a 50. Nell’incontro con i vertici aziendali, alla presenza dei funzionari del ministero per lo Sviluppo economico (Mise), il sindacato ha chiesto che la cassa integrazione sia, come prevede anche la legge, prorogata di un ulteriore anno. «L’azienda – osserva Eliana Dell’Acqua -, non ha però accettato la nostra proposta, ribadendo che è disposta a pagare gli incentivi per chi volontariamente se ne va. Per chi non lascia, l’alternativa è il licenziamento. Di fronte a queste posizioni, il Mise non ha preso posizione e noi ci siamo trovati nell’impossibilità di accettare questa posizione».
Lunedì si terranno assemblee nei luoghi di lavoro. E poi? «In base alle indicazioni dei lavoratori – conclude Eliana Dell’Acqua – valuteremo che cosa fare. Intanto parleremo con i nostri uffici legale per verificare se la cassa integrazione è stata utilizzata in modo corretto e i corsi di formazione siano stati attivati in tempo».