Lavoratori TLC in sciopero il 6 giugno

Un mercato al ribasso che mette a rischio quasi 20.000 posti di lavoro

Dare un forte segnale alle Istituzioni per chiedere un vero cambio di passo. È questo l’obiettivo dei lavoratori delle telecomunicazioni che aderiranno allo sciopero di 8 ore indetto per martedì 6 giugno da SLC CGIL, FISTEL CISL e UILCOM UIL.
“Il settore delle Telco ha bruciato negli ultimi 12 anni più di 1 miliardo di euro annui di ricavi” spiega Daniele Bonanno, Segretario Generale della FISTEL CISL Monza Brianza Lecco. “La competizione aggressiva ha causato un abbattimento dei costi delle offerte che oggi non è più sostenibile da parte degli operatori. Questa bassa marginalità genera difficoltà per investire nel settore, le banche non concedono prestiti causa forte indebitamento della filiera, la conseguenza è il ricorso all’abbattimento del costo del lavoro che si tramuta nel rischio occupazionale di quasi 20.000 addetti delle TLC, di cui circa 1500 occupati nelle aziende presenti sul territorio di Monza e Lecco fra cui compaiono nomi importanti di aziende come TIM, NOKIA, Network contact, Webhelp, Koiné”.
A questo si aggiunge la crisi endemica dei CRM BPO (i call center) schiacciati da una parte dai Committenti delle Telco e dall’altra da aziende del settore pubblico che assegnano commesse al massimo ribasso, spesso ad aziende che applicano contratti che creano dumping sociale nel settore.
“Tutto questo succede sotto lo sguardo assente ed il silenzio assordante di una politica inesistente” denunciano i rappresentanti sindacali “per tale motivo il 6 Giugno faremo lo sciopero”.
Il rischio è di avere il sistema TLC al collasso con rischi forti per portare a compimento il processo di digitalizzazione e diritto alla connessione per il paese Italia