Metalmeccanici: lo sciopero a Monza e Lecco

A Monza e Lecco lavoratori metalmeccanici in sciopero  e in presidio davanti alle Prefetture

Anche sui territori di Monza Brianza e Lecco lo sciopero nazionale indetto per oggi dalle categorie sindacali dei metalmeccanici FIM CISL, FIOM CGIL e UILM UIL ha avuto ottimi risultati con adesioni che, nelle aziende con particolari problematiche aziendali, hanno toccato il 70/80%.

Le parole di Enrico Vacca, Segretario Generale Fim CISL Monza Brianza Lecco “Si tratta di un risultato assolutamente positivo. Le metalmeccaniche e le metalmeccaniche hanno recepito l’importanza dei temi che riguardano le politiche industriali e le situazioni di crisi a livello nazionale e sui territori che FIM, FIOM e UILM hanno voluto mettere al centro di questa mobilitazione. Per quanto riguarda i nostri territori, quelli di Monza Brianza e Lecco, siamo stati ricevuti nelle due Prefetture che hanno recepito sia i documenti presentati dalle categorie sindacali sullo sciopero e hanno voluto ascoltare le ragioni del sindacato per la protesta di oggi, cogliendone gli spetti più importanti e impegnandosi a trasferire al Ministero del Made in Italy, che è quello più direttamente coinvolto, le ragioni delle metalmeccaniche e dei metalmeccanici. Nel complesso possiamo considerare la giornata di oggi un risultato positivo e un punto di partenza per mettere al centro dell’azione sindacale e politica la categoria dei metalmeccanici e il mondo industriale senza i quali non si può pensare di proseguire un discorso di sviluppo economico e sociale del Paese.

 

Le ragioni dello sciopero

Transizione ecologica, digitale, energetica e tecnologica richiedono importanti scelte da parte del Governo sui temi del lavoro e dell’industria, per far sì che i cambiamenti diventino altrettante occasioni per il rilancio del settore, dell’occupazione e degli investimenti, per una transizione sostenibile e per la risoluzione delle crisi aperte.

In sintesi, FIM, FIOM e UILM chiedono:

  • l’apertura di tavoli di confronto sui settori e sulle filiere in difficoltà per definire i piani di sviluppo;
  • l’incremento e il confronto sugli investimenti pubblici e privati nei settori strategici e la reindustrializzazione delle aree di crisi per garantire l’occupazione;
  • di valorizzare e sostenere il reddito da lavoro;
  • l’impegno comune al confronto e all’uso delle risorse del PNRR per lo sviluppo del settore metalmeccanico;
  • la riforma degli ammortizzatori sociali, con strumenti adeguati alla transizione ecologica e digitale;
  • l’incentivazione di contratti di espansione e di solidarietà, per ridurre l’orario di lavoro e favorire l’occupazione giovanile;
  • un piano di formazione sulle nuove competenze, la riqualificazione e la valorizzazione degli Istituti Tecnici Superiori e del sistema universitario;
  • di intervenire per aumentare la dimensione d’impresa, superare le gare al massimo ribasso negli appalti e stabilizzare il lavoro precario.