NO alla privatizzazione di Poste Italiane

La SLP CISL Monza Brianza Lecco pronta a mobilitare 1600 lavoratori

In risposta alla decisione del Governo di privatizzare ulteriori quote di Poste Italiane, la Slp Cisl di Monza Brianza Lecco (l’organizzazione sindacale con la maggioranza assoluta di iscritti fra il personale) è pronta a mobilitare  1600  lavoratori.

Le iniziative, che hanno il sostegno della Cisl, coinvolgeranno i dipendenti di Poste Italiane e le loro famiglie. L’obiettivo è sensibilizzare la cittadinanza, i pensionati, il mondo associativo, le istituzioni e le forze politiche, per scongiurare la “svendita” della più grande azienda del Paese.

“Poste Italiane – sottolinea il segretario generale della Slp Cisl Monza Brianza Lecco, Michele Aquilina – ha un ruolo strategico, specialmente in un’area come quella brianzola (dove la Slp Cisl che ha ottenuto il 58% dei consensi nelle recenti elezioni delle Rsu) nota per l’imponenza dei flussi finanziari e per il maggior traffico nella consegna di corrispondenza e pacchi. La privatizzazione costituirebbe una seria minaccia per il futuro di migliaia di lavoratori e porterebbe ad una riduzione della rete degli sportelli diffusi capillarmente sul territorio, che svolgono una importante funzione di coesione sociale, soprattutto in questa fase di transizione tecnologica e digitale”.

Poste Italiane da anni produce utili, certificati dal consolidamento di ottimi bilanci che contribuiscono significativamente anche alle finanze dello Stato. Risultati raggiunti grazie all’impegno dei lavoratori, vero capitale dell’azienda, che hanno anche contribuito attivamente al successo delle sue trasformazioni interne. 

“La privatizzazione – aggiunge Aquilina -, oltre a determinare un taglio degli organici, potrebbe anche compromettere le ragioni del servizio universale e la capacità di fornire prestazioni essenziali alla cittadinanza e alle piccole imprese. L’attuale assetto societario prevede il 65% sotto il controllo pubblico: se venissero cedute ulteriori quote al mercato non si potrà più garantire all’utenza un servizio ad alta valenza sociale e a costi contenuti. A farne le spese saranno soprattutto le fasce più deboli, in un contesto già critico per l’equilibrio economico del Paese”.

Anche su Lecco la situazione, già complessa, potrebbe peggiorare ulteriormente con l’ulteriore privatizzazione “La dirigenza continua a diffondere dati molto rassicuranti sulla salute generale aziendale, pubblicizza nuovi servizi anche di recapito e di logistica” spiega Antonio Pacifico, Segretario SLP CISL Monza Brianza Lecco “tuttavia la Provincia di Lecco vive da troppo tempo una cronica carenza di personale (mancano circa 30 tra impiegati e direttori) che non riesce ad essere nascosta neppure dal perdurare delle cosiddette razionalizzazioni COVID; esistono ancora troppi uffici che osservano aperture settimanali ridotte con grave danno per i cittadini e per gli stessi lavoratori. Il settore di recapito, a dispetto delle grandi dichiarazioni dell’ultimo periodo, continua ad impiegare un esercito di Part Time involontari che non è sufficiente a colmare la carenza di addetti che supera le 25 unità, e a farne le spese è la qualità del servizio percepito dai cittadini”. Insomma sembra che Poste Italiane stia facendo le prove tecniche di quello che sarà il servizio offerto dopo la ulteriore trance di privatizzazione messa in capo per meri scopi di lucro dall’attuale Governo: ecco perché deve esser scongiurata.

fonte: comunicato stampa SLP CISL Monza Brianza Lecco