Presentazione del rendiconto sociale 2023
Dopo l’evento di venerdi di Monza, è la volta dell’INPS di Lecco che questa mattina presenta agli stakeholders del territorio il resoconto delle attività svolte nel 2023.
Ad aprire l’incontro la Presidente della Provincia, Alessandra Hoffman. La presentazione dei dati è invece stata affidata al Direttore di INPS Lecco Alessandro Simonetta (a questo link il documento completo).
Molto interessante l’intervento di Marta Barbieri, docente della Bocconi school of managment, che ha evidenziato come il futuro degli strumenti di programmazione della governance nella pubblica amministrazione sarà la condivisione degli obiettivi con gli stakeholders del territorio e l’applicazione di sistemi di gestione delle performance organizzative e individuali.
A rappresentare i sindacati confederali del territorio ancora una volta è Annalisa Caron, nostra Segretaria UST, che a Lecco riveste anche il ruolo di Presidente del Comitato provinciale dell’INPS. A seguito qualche estratto del suo contributo.
“Il rendiconto dell’attività dell’INPS è uno strumento prezioso per il nostro lavoro perchè ci offre una fotografia dello stato di salute del mondo del lavoro e del sistema pensionistico e delle prestazioni assistenziali sul territorio in cui operiamo. E’ bene ricordare che dietro ai numeri ci sono persone ed è utile per chi è chiamato a governare il territorio, progettare interventi sociali, avere un quadro quanto più ricco e dettagliato.
La situazione demografica resta un punto centrale da tenere in conto per monitorare la sostenibilità del sistema pensionistico. Cresce la durata della vita media, diminuiscono le nascite. Si va riducendo la popolazione lavorativa. La questione demografica nella sua urgenza ci pone davanti a due questioni: da un lato la sostenibilità del sistema e dall’altro l’adeguatezza degli assegni futuri. Le riforme operate negli ultimi trent’anni hanno cercato di riequilibrare i conti e di ridurre alcune iniquità ma hanno sempre più reso evidente che il pilastro pubblico non poteva più costituire l’unica fonte di protezione contro il rischio della vecchiaia. Di fronte a questo orizzonte è necessario in questo momento porre in essere tutte le azioni e le politiche per favorire l’accesso di donne e giovani al Mercato del Lavoro non solo per conseguire un maggiore gettito dal punto di vista contributivo ma soprattutto per dare solidità alle politiche per la famiglia e la natalità. La situazione della provincia di Lecco è purtroppo in linea con i dati nazionali. Ad oggi gli over 65 rappresentano il 25,2% della popolazione. L’indice di vecchiaia della provincia calcolato per l’anno 2022 è superiore non solo a quello regionale ma anche a quello nazionale. Guardando ai dati sulla popolazione attiva non può sfuggire il contributo della popolazione immigrata che pur rappresentando il 8,74% della popolazione complessiva, hanno una rappresentanza decisamente più significativa nella popolazione attiva (solo gli extra comunitari 11,60%). Quasi un terzo delle assunzioni del 2023 hanno riguardato lavoratori stranieri (ass tempo det e somministrazione). Questo aspetto coniugato con le reali esigenze di personale delle imprese ci porta ad evidenziare la necessità di efficaci politiche di gestione e di inclusione/integrazione (a livello nazionale ma anche a livello territoriale) delle persone con back ground migratorio che costituiscono una risorsa preziosa per tutto il nostro territorio.
I dati relativi al mercato del lavoro ci consentono di analizzare assunzioni e cessazioni rilevando nel 2023 una diminuzione delle assunzioni a tempo indeterminato e dei lavoratori somministrati e una crescita di quelle a tempo determinato, lavoro stagionale e intermittente. Aumenta quindi il lavoro precario e l’utilizzo degli ammortizzatori sociali CIGO e CIGS (tendenza rafforzatasi nell’anno corrente con la crisi del settore dell’automotive e di tutto il suo indotto – vedi dati Eupolis Agosto2024). Grande attenzione deve quindi essere prestata alla precarietà con un occhio di riguardo al divario delle retribuzioni fra donne e uomini.
I tempi di erogazione delle prestazioni (invalidità civili, NASPI, Casse) sono per noi un dato preziosissimo perchè incidono nel mantenimento della continuità di reddito delle persone in condizioni di fragilità sanitaria e lavorativa. Cresce il numero di NASPI accolte e liquidate per l’88,9% entro 15 giorni. Rispetto all’erogazione degli ammortizzatori, si è registrato una diminuzione dei tempi di attesa fra il 2022 e il 2023 (da 54 a 19 giorni): auspichiamo che i tempi non tornino a crescere visto l’aumentare del numero delle casse integrazioni nel 2024.
RispIn aggiunta ai dati disponibili, sarebbe interessante avere la quantificazione delle somme erogate dall’Istituto per le procedure concorsuali, dato che ci darebbe una lettura ancora più compiuta di quanto accade sul nostro territorio.
Rispetto a invalidità e disabilità ricordiamo l’impatto che la gestione dello stesso può avere sulle persone: parliamo di soggetti fragili e spesso non autosufficienti per i quali la liquidazione di una prestazione può spesso voler dire potersi permettere cure adeguate e, per i familiari, la possibilità di assistere i propri cari. Nella provincia di lecco ancora oggi la prestazione viene erogata in tempi ragionevoli ma dobbiamo porre la massima attenzione affinché questo continui ad avvenire.
Evidenziamo l’importanza di investire maggiormente sull’attività di vigilanza che riteniamo strategica per il contrasto alla diffusione delle pratiche illegali. I dati dimostrano che questa attività porta forti entrate con beneficio della contribuzione pubblica, del contrasto al fenomeno dell’evasione, del lavoro nero e al dumping tra le imprese. Il numero degli ispettori a livello regionale è diminuito da 67 a 57 e nel 2023, è necessario investire e aumentare consistentemente questo numero che tra l’altro determina entrate importanti.
Per quanto riguarda le pensioni è marcato il divario tra donne e uomini e tra vecchiaia e anticipata, sia nelle pensioni liquidate 2023 che in quelle vigenti. Le prestazioni sociali e assistenziali sono in crescita e le beneficiarie sono in maggioranza donne.
Ci facciamo portavoce anche dei colleghi dei patronati promossi dal sindacato confederale il cui ruolo di servizio, intermediazione, tutela dei diritti e accompagnamento nei confronti delle persone più fragili è insostituibile e rimane un valore aggiunto importante per il nostro territorio nonostante la rivulozione tecnologica abbia aperto a nuovi metodi di approccio all’ente pubblico. Ogni giorno i patronati di CGIL CISL UIL ricevono centinaia di persone con una porta aperta delle nostre sedi in ogni comune della Provincia svolgendo un ruolo di ascolto, di intercettazione e presa in carico capillare dei bisogni previdenziali e assistenziali, in una logica di grande solidarietà, rispondendo alle persone e andando oltre le logiche della redditività di servizio. Auspichiamo una sempre più crescente collaborazione proprio per garantire una tempestiva risposta ai cittadini e nel contempo segnaliamo una criticità relativa alle pratiche dell’assegno unico per le quali l’Istituto ha optato per una gestione accentrata e limitando consguentemente l’operatività delle sedi territoriali.
Il ruolo dell’istituto si è modificato negli anni, spesso chiamato in causa dalla politica per occuparsi di assistenza più che di previdenza. Nel Rapporto Annuale ben si evidenzia e si tratteggia come l’Istituto – avendo più di 52 milioni di utenti ed erogando più di 400 prestazioni – sia diventato un vero e proprio HUB del Welfare, un partener di vita dei cittadini e delle organizzazioni di rappresenraza . E’ sempre più urgente però una netta separazione fra ciò che è previdenza da ciò che è assistenza.
Il Ruolo del Comitato (duale) riguarda non solo l’attività di valutazione dei ricorsi a tutela dei cittadini ma anche attenzione all’attività dell’Istituto, alla sua presenza sul territorio (ruolo dell’Agenzia) e al personale che registrerà un turnover importante nei prossimi anni per elevata età media. Attualmente il risultato è parzialmente positivo con gli 8 ingressi dell’ultimo concorso ma necessita interventi sulle uscite (per trasferimento o pensionamento) per mantenere i livelli occupazionali e consolidare il rafforzamento delle competenze, dell’esperienza e delle relazioni. I concorsi su base regionale potrebbero essere una risposta.