Proiettati estratti dei suoi docufilm “Scusa Italia” e “In equilibrio precario”
Giornata importante ed emozionante quella di oggi per i componenti del Consiglio Generale della FAI CISL Monza Brianza Lecco impegnati nei lavori di avvio della fase congressuale 2025 in presenza della Segreteria CISL Monza Brianza Lecco, rappresentata da Mirco Scaccabarozzi e Annalisa Caron.
A seguire un momento intenso e ricco di commozione con la proiezione di estratti dei docufilm “Scusa Italia” e “In equilibrio precario” dell’artista e regista Giovanni Panozzo, presente in sala.
La prima proiezione è stata di due dei cinque episodi del docufilm “Scusa Italia” prodotto da Fai-Cisl, Agrilavoro e Fondazione Fai-Cisl Studi e Ricerche. Storie di lavoro divenuto strumento di riscatto sociale e di scelta e affermazione di una nuova ripartenza nella legalità. Come è capitato a Gaetano che, dopo 7 anni di carcere, si è trovato proiettato in un mondo diverso da quello in cui è cresciuto a Scampia: grazie al progetto “Esternamente” gli viene data la possibilità di lavorare per 10 mesi nella cooperativa “Al di là dei sogni” e li, in modo semplice, senza forzature, trova una comunità che lo accoglie senza pregiudizi, che in lui vede il buono e il potenziale per essere parte attiva della comunità. E per la prima volta, attraverso gli sguardi dei suoi nuovi compagni di vita, Gaetano riconosce in sé stesso quel valore. Come lui stesso racconta “Non ho trovato solo un lavoro, ho trovato la mia dignità”.
Il secondo estratto di “Scusa Italia” riprende la vita dei lavoratori agricoli nelle baraccopoli dei campi del sud Italia. Nessun servizio igienico, auto trasformate in “appartamenti”, tutti i propri averi in due sacchetti di plastica. Condizioni igieniche inaccettabili, di cui ci indigneremmo anche se in quegli spazi vivessero animali, non persone. Persone che vogliono solo lavorare e che in molti casi, come si sente nel video, chiedono scusa all’Italia e agli operatori sindacali che si presentano per aiutarli perché si sentono “un problema”, quando in realtà sono solo vittime dell’illegalità.
Il docufilm “In equilibrio precario” racconta invece storie di persone che vogliono “lasciare una traccia per chi verrà dopo” come spiega l’autore Giovanni Panozzo. Dall’imprenditore che reinventa la sua vita lasciando la certezza di un’attività di famiglia e creando una nuova azienda a “misura d’uomo” dove la persona soppianta il profitto al centro della vita aziendale, alla piccola squadra di volley di Grottazzolina che, da piccola realtà di paese, è approdata quest’anno alla SuperLega mantenendo, con umiltà, il suo forte legame con il territorio e diventando in questo modo un collante per l’intera comunità.
Al termine delle proiezioni si è aperto un vivace dibattito tra i componenti del Consiglio Generale che ha portato a concordare unanimemente sul bisogno di “essere accoglienti”. Accoglienza è la parola chiave per superare le differenze, donare una possibilità di riscatto, restituire dignità là dove è stata tolta. Accoglienza è un termine che descrive in modo chiaro anche il ruolo del rappresentante sindacale in azienda, che accoglie i colleghi con i propri problemi e si batte per i loro diritti e la tutela della loro dignità.