Carenza di personale: dipendenti INRCA in stato di agitazione

Carichi di lavoro ormai insostenibili, un aumento del rischio di errore e un grave pregiudizio per la sicurezza degli operatori e dei pazienti, spesso in condizioni cliniche complesse. Sono queste le ragioni che hanno spinto le Organizzazioni Sindacali FP CGIL, CISL FP, UIL FPL a proclamare lo stato di agitazione del personale dipendente dell’INRCA in servizio presso i presidi di Casatenovo e Merate.

Le motivazioni di questa scelta vanno ricercate nella progressiva riduzione del personale impiegato nei servizi erogati dall’INRCA, in particolare presso il PO di Merate, conseguenza di una costante fuoriuscita di figure sanitarie e socio-assistenziali verso altri contesti lavorativi, che ha generato una carenza strutturale di risorse umane nel reparto di pneumologia di Merate.

A fronte delle suddette criticità, e su richiesta delle scriventi OO.SS., l’INRCA nei mesi scorsi ha ridotto il numero dei posti letto attivi sia presso il presidio di Merate che in quello di Casatenovo. Purtroppo, nonostante tale riduzione, la situazione risulta tuttora fortemente compromessa a causa di ulteriori dimissioni registrate nel personale in servizio. Ciò ha reso necessario il continuo trasferimento di personale infermieristico e socio-assistenziale dal presidio di Casatenovo a quello di Merate per garantire la copertura dei turni. Le difficoltà organizzative in atto impediscono all’Azienda di rispettare i tempi contrattualmente previsti per la programmazione della turnistica mensile (art. 43 del vigente CCNL Sanità Pubblica), con evidenti difficoltà maturate da parte del personale di poter conciliare i tempi di vita-lavoro. 

“Con l’apertura dello stato di agitazione, chiediamo l’attivazione di un tavolo congiunto ASST- INRCA – OO.SS. finalizzato ad individuare soluzioni immediate all’attuale carenza di figure sanitarie e socio- assistenziali, a tutela della salute e sicurezza dei lavoratori e dei pazienti” hanno comunicato i rappresentanti sindacali. “Proseguiremo la nostra mobilitazione fino a quando non verranno garantite risposte chiare e impegni formali”.