Sono 90 i licenziamenti annunciati dalla Direzione Aziendale di PEG PEREGO durante l’incontro avvenuto il 3 giugno scorso con CONFINDUSTRIA LECCO SONDRIO, le ORGANIZZAZIONI SINDACALI e le RSU .
L’azienda, leader nel settore della prima infanzia e del giocattolo, ha comunicato una chiusura del 2024 negativa e un andamento dei primi 5 mesi del 2025 in calo del 15% rispetto i primi 5 mesi del 2024 a causa dei dazi imposti sul mercato Americano e dell’aumento della concorrenza Cinese in Europa.
L’azienda pertanto ha dichiarato la necessità di una riduzione dei costi che comporterà il taglio di ulteriori 90 posti di lavoro su 236 addetti, alla fine dell’ammortizzatore sociale oggi in corso che terminerà il 30 settembre 2025.
A seguito delle assemblee svolte ieri 4 giugno con le lavoratrici ed i lavoratori è stato indetto lo stato di agitazione e la programmazione di iniziative di mobilitazione nel corso del mese di giugno.
“Ancora una volta saranno le lavoratrici ed i lavoratori a pagare le scelte sbagliate dell’azienda” denuciano Gloriana Fontana e Adriana Geppert, operatrici rispettivamente di FIM CISL e FIOM CGIL. “La richiesta in questi anni di diversificazione del prodotto a salvaguardia dell’occupazione e del futuro industriale di PEG PEREGO è rimasta inascoltata ed oggi ci troviamo con un mercato fermo a causa della bassa natalità e della forte concorrenza e senza ammortizzatori sociali”.
Le organizzazione sindacali e le RSU non accettano i licenziamenti annunciati e chiedono all’azienda l’apertura di un tavolo di confronto finalizzato alla ricerca di soluzioni alternative ai licenziamenti.
Inoltre chiedono alle istituzioni ed alle forze politiche di attivarsi per la salvaguardia di una presenza industriale MADE in ITALY importante sul nostro territorio e per la salvaguardia dei posti di lavoro.