Lle priorità di CGIL CISL UIL
Nella mattina di giovedì 16 ottobre è stato presentato il Rendiconto sociale dell’INPS provinciale di Monza e Brianza relativo all’anno 2024, un’occasione preziosa per il Sindacato per monitorare l’andamento demografico e occupazionale del territorio e verificare quanto accade nel sistema pensionistico e delle prestazioni assistenziali.
Nel 2024 i nostri tre patronati INCA CGIL, INAS CISL e ITAL UIL hanno gestito 56.184 pratiche individuali, che corrispondono al 56,5% delle pratiche svolte da tutti i 59 patronati presenti nel territorio. Questo risultato ci conferma che, pur avendo raggiunto una fase di digitalizzazione avanzata, il servizio di intermediazione, di tutela dei diritti e di accompagnamento svolto dai patronati resta un insostituibile valore aggiunto per le persone, soprattutto quelle fragili, oltre a garantire una maggiore efficacia dell’azione dell’INPS.
Entrando nel merito dei dati del rendiconto si evince come la situazione demografica rappresenti una criticità ad alto impatto sociale sul futuro andando a sfidare la tenuta del sistema pensionistico (ad oggi i pensionati rappresentano il 25% della popolazione) e a provocare una carenza di forza lavoro, acuendo le difficoltà delle aziende a reperire le professionalità necessarie alla loro attività.
Infatti la costante diminuzione delle nascite, insieme al numero dei decessi, ha determinato infatti, negli ultimi 5 anni, una diminuzione della popolazione provinciale di oltre 14.000 cittadini, la dimensione media di un Comune brianzolo.
Analizzando questi dati non può sfuggire il contributo della popolazione immigrata che, pur rappresentando solo il 9% della popolazione complessiva, ha un’incidenza percentuale sulla popolazione in età lavorativa di oltre il 28%. Questo dato ci porta ad evidenziare l’urgenza di politiche migratorie efficaci, nonché di adeguate politiche gestione ed inclusione/integrazione delle persone con trascorso migratorio che, innegabilmente, costituiscono una risorsa preziosa per tutto il nostro territorio.
Rispetto ai dati sull’occupazione, permane anche nel 2024 un problema evidente di qualità del lavoro. Le assunzioni a tempo indeterminato sono state solo il 27% del totale (comprensivo dell’apprendistato, circa 5%) mentre la precarietà dilaga con contratti a tempo determinato, somministrazione e lavoro intermittente che complessivamente rappresentano il 71% delle assunzioni nell’anno. Abbiamo bisogno di norme che rendano più stabile il lavoro, non di leggi che, in direzione opposta, amplino la possibilità di ricorso a forme di lavoro precario.
Il divario di genere è un altro elemento fortemente critico: in media, nel settore privato, una donna guadagna il 40% in meno di un uomo; nel pubblico il divario è del 22%. E gli svantaggi non finiscono qui: essere donna impatta negativamente sulla stabilità lavorativa e sugli orari di lavoro. Sul totale dei contratti a tempo indeterminato attivati solo il 36% riguarda il personale femminile mentre il 64% riguarda il genere maschile; il 37,8% (dato anno 2023) delle donne lavora con contratto part-time mentre tale percentuale è del 10 % negli uomini (dato anno 2023). Sulle basse retribuzioni incide pesantemente la discontinuità lavorativa, prevalentemente legata al lavoro di cura che, ancora quasi esclusivamente, è sulle spalle delle donne e non viene riconosciuto adeguatamente.
Lo squilibrio aumenta se si analizzano i dati delle pensioni: un pensionato che arriva dal mondo del lavoro privato ha un reddito del 95 % superiore a quello di una pensionata mentre se arriva dal pubblico impiego il divario scende al 36%. Le donne, inoltre, vanno mediamente in pensione 3 anni dopo gli uomini. Le norme del Governo hanno infatti ridotto fortemente la possibilità di anticipare la pensione, ad esempio opzione donna ha ridotto i suoi numeri dell’80%.
Le NASPInel 2024registrano una crescita del 10%. Contemporaneamente si assiste a una leggera diminuzione delle pratiche evase nei primi 15 giorni: l’88,9% del 2023 si passa all’82% nel 2024. È molto importante che i tempi di liquidazione delle prestazioni di sostegno al reddito siano rapidi così da garantire una continuità reddituale alle persone che perdono il lavoro.
Cresce in maniera importante (+57%) l’utilizzo della Cassa integrazione ordinaria, conseguenza diretta del calo degli ordinativi nel settore industriale dovuto ai conflitti, all’instabilità internazionale e alle dinamiche legate alla campagna elettorale USA con l’allora paventato piano sui dazi divenuto poi realtà nell’anno corrente. Diminuisce il ricorso al FIS che riguarda il settore del commercio e dei servizi ma complessivamente il ricorso agli ammortizzatori è in aumento.
Riteniamo che l’attività di vigilanza ispettiva debba essere potenziata: è necessario l’assunzione di nuovi ispettori a difesa della legalità per impedire la concorrenza sleale e quindi a tutela dell’economia del territorio, dei diritti previdenziali e dei lavoratori. Un dato esemplificativo che parla da sé: su 113 ispezioni nel 2024 il 79,6% delle aziende risultano irregolari.
Dopo il consistente innesto di personale del 2023 a compensazione delle carenze strutturali pregresse, nel 2024 l’organico INPS ha visto una riduzione di 10 persone. Per continuare a garantire ai cittadini/e della nostra provincia un servizio efficiente è importante un intervento di adeguamento che compensi le uscite per pensionamento o trasferimento.
Uno sguardo al futuro. Dal 1 gennaio 2027, salvo anticipi, anche il nostro territorio sarà interessato dalla nuova procedura per l’accertamento della disabilità. Una riforma che non fa i conti, come già evidenziato nelle province interessate dalla fase sperimentale, con limiti sistemici quali la carenza di medici di base e di specialisti medici INPS incaricati dell’accertamento, una nuova logistica per le visite. Ci preoccupano le maggiori difficoltà che peseranno sui cittadini e i tempi di accertamento. Per il primo anno il rendiconto riporta anche per la nostra provincia i dati relativi alla gestione pubblica la cui competenza è finalmente stata assegnata alla sede di Monza, dopo anni di pressioni esercitate dal Comitato INPS, ponendo così fine a gravi disagi e ritardi e superando la dipendenza dall’area metropolitana di Milano
Il rendiconto completo è scaricabile a questo link


