Occupazione sul territorio: cosa dicono i dati dell’INPS

I dati offerti dal portale INPS, fonte ufficiale di riferimento per il monitoraggio degli ammortizzatori sociali, elaborati nel report a cura del Dipartimento Politiche del lavoro della Cisl Lombardia, consente uno sguardo sulla realtà occupazionale del nostro territorio.

Il report analizza l’andamento della Cassa Integrazione Guadagni (CIG) nel secondo trimestre 2025, ponendo l’attenzione sia sul quadro nazionale sia su quello regionale. Un focus specifico è dedicato alla Lombardia e alle sue province, con un confronto puntuale rispetto al primo trimestre 2025 e al secondo trimestre 2024. L’analisi consente di osservare come l’andamento della CIG rifletta non solo le condizioni del mercato del lavoro, ma anche l’impatto che questa ha sui diversi settori e territori. Il confronto tra trimestri permette infatti di distinguere tra oscillazioni temporanee e segnali di criticità più strutturali, offrendo un quadro utile per comprendere la solidità e le fragilità del tessuto produttivo.

Nel 2° trimestre 2025 in Lombardia sono state autorizzate circa 27,1 milioni di ore di Cassa Integrazione, in calo rispetto al 1° trimestre 2025, quando erano state superate le 28,9 milioni di ore. La diminuzione riguarda soprattutto la CIGO, che passa da 21,4 milioni a 18,2 milioni di ore. Al contrario, la CIGS cresce da 7,4 milioni a 8,8 milioni, segnalando un aumento di difficoltà più strutturali. La Deroga, che nel primo trimestre contava poco più di 23 mila ore, si azzera completamente.

Il confronto annuale, con il 2° trimestre 2024, evidenzia invece una crescita significativa: dalle 23,5 milioni di ore autorizzate si passa a oltre 27 milioni, con un incremento di 3,6 milioni di ore. La variazione più rilevante si registra ancora una volta sulla CIGS, che in un anno aumenta di quasi 3 milioni di ore (da 6 milioni a 8,8 milioni). Anche la CIGO cresce, ma in misura più contenuta (+800 mila ore), mentre la Deroga si riduce a zero. Nel complesso, i dati mostrano che il 2025 si apre con volumi molto alti di ore autorizzate, in parte ridimensionati nel secondo trimestre, ma comunque nettamente superiori rispetto a quelli registrati nello stesso periodo del 2024.

Nel secondo trimestre 2025, con il 60% del totale, il settore metalmeccanico si conferma il più interessato dal fenomeno pur se con un minimo ridimensionamento rispetto sia al trimestre precedente (61% nel primo trimestre 2025) sia, in modo più evidente, allo stesso periodo dell’anno precedente (69% nel secondo trimestre 2024).

Il tessile registra il 17%, in calo rispetto al primo trimestre 2025 (21%) ma sostanzialmente stabile se confrontato con il secondo trimestre 2024 (16%).

La chimica/gomma plastica cresce in modo significativo: raggiunge il 13% nel secondo trimestre 2025, in aumento rispetto al 9% del trimestre precedente e al 10% dello stesso periodo del 2024.

L’edilizia, pur riducendosi dal 6% del primo trimestre 2025 al 3% del secondo trimestre, resta lievemente superiore rispetto al 2% del secondo trimestre 2024.

Gli altri settori (carta/stampa/editoria, trasporto/comunicazioni, commercio, alimentari) mantengono quote marginali, complessivamente stabili nel tempo.

LA SITUAZIONE A LECCO

Ore di CIG autorizzate a Lecco 1° Trimestre 2025 vs 2° Trimestre 2025 vs 2° Trimestre 2024

Nel secondo trimestre 2025 la CIG a Lecco è fortemente polarizzata sul settore metalmeccanico, che da solo raggiunge l’81%. Nel tessile si attesta al 8%, mentre nella carta/stampa/editoria tocca il 9%; molto marginali invece carta/stampa/editoria (2%) ed edilizia (1%).

Rispetto al primo trimestre 2025, l’incidenza del metalmeccanico non cambia (sempre 81%), ma si osserva un riassetto delle quote residue: il tessile aumenta leggermente (7%→8%), la carta/stampa/editoria cresce in modo esponenziale, passando dal 2% al 9%. In altre parole, la struttura resta immutata nella sostanza, ma i comparti minori cambiano di ruolo.

Il confronto con il secondo trimestre 2024 evidenzia come, nel 2° trimestre 2025, l’utilizzo della cassa integrazione nel tessile diminuisce la sua incidenza (dal 14% del 2024 all’8% del 2025) mentre nel metalmeccanico si rafforza ulteriormente (78% → 81%). Anche nella carta/ stampa / editoria c’è un aumento (dal 5% al 9%), mentre nell’edilizia diminuisce di un 1 punto (dal 2% all’1%). In un anno la CIG a Lecco è quindi diventata meno diversificata, con un tessile sempre più marginale e un metalmeccanico ormai dominante in maniera quasi esclusiva.

Del resto, sintomi negativi traspaiono anche dai dati offerti dal Sistema Informativo Excelsior, con un – 70 ingressi previsti rispetto all’ottobre 2024 e un – 260 di differenza fra il trimestre ottobre-dicembre attuale e quello di un anno fa. Il dato è affiancato da altre criticità: solo nel 30% dei casi le entrate previste saranno stabili, ossia con un contratto a tempo indeterminato o di apprendistato, mentre nel 70% saranno a termine (a tempo determinato o altri contratti con durata predefinita). Permane inoltre il disallineamento tra domanda e offerta, poiché in 54 casi su 100 le imprese prevedono di avere difficoltà a trovare i profili desiderati. Ma su questo, ne siamo convinti, incide fortemente, anche se non solo, la componente salariale. La crescita salariale non può più essere tema di discussione accademiche, deve avere un riscontro contrattuale forte.

LA SITUAZIONE A MONZA BRIANZA

Ore di CIG autorizzate a Monza Brianza 1° Trimestre 2025 vs 2° Trimestre 2025 vs 2 Trimestre 2024

Nel secondo trimestre 2025 il ricorso alla CIG si presenta più articolato rispetto ai trimestri precedenti. Il metalmeccanico rimane il settore più interessato dal fenomeno ma scende al 60%, perdendo undici punti rispetto al primo trimestre e dodici rispetto al secondo trimestre 2024. A diminuire è anche l’incidenza nella chimica/gomma plastica, che dal 16% del primo trimestre cala al 2%, un calo significativo anche rispetto al dato di un anno fa quando era del 10%.

Al contrario, emergono nuovi comparti che modificano la geografia della crisi. Il commercio fa un salto rilevante e raggiunge il 17%, assente sia nel primo trimestre 2025 che nel 2024. Compaiono agli settori prima assenti, come i trasporti/comunicazioni (5%) e gli alimentari (2%). Il tessile, stabile al 9%, si conferma su livelli simili a quelli già registrati nel 2024 (8%), mentre nell’edilizia la cassa integrazionediminuisce rispetto all’anno precedente, passando dal 9% al 4%.

In sintesi, in Brianza, si passa da una crisi concentrata soprattutto sul metalmeccanico (oltre il 70% nel 2024 e all’inizio del 2025) a una distribuzione più diversificata nel secondo trimestre 2025. La perdita di centralità del metalmeccanico e della chimica è bilanciata dall’ingresso deciso del commercio e, in misura minore, dei trasporti e degli alimentari. Questo segnala una trasformazione significativa: da una crisi settoriale e polarizzata a una crisi più diffusa che coinvolge settori diversi del tessuto produttivo provinciale.

Del resto sintomi negativi traspaiono anche dai dati offerti dal Sistema Informativo Excelsior, con un -400 di ingressi previsti nel mondo del lavoro rispetto all’ottobre 2024 e un -410 tra il trimestre ottobre-dicembre attuale e quello di un anno fa. Il dato è affiancato da altre criticità: solo nel 31% dei casi le entrate previste saranno stabili, ossia con un contratto a tempo indeterminato o di apprendistato, mentre nel 69% saranno a termine (a tempo determinato o altri contratti con durata predefinita). Permane inoltre il disallineamento tra domanda e offerta, poiché in 54 casi su 100 le imprese prevedono di avere difficoltà a trovare i profili desiderati. Ma su questo, ne siamo convinti, incide fortemente, anche se non solo, la componente salariale. La crescita salariale non può più essere tema di discussione accademiche, deve avere un riscontro contrattuale forte.