BENAGLIA, CISL LOMBARDIA: LA REGIONE AIUTI I LAVORATORI DI EXPO

In una lettera aperta, la Cisl lombardia chiede che vengano investiti i 20 milioni di euro promessi dal Pirellone per «sostenere l'ingresso e il riorientamento nel mercato del lavoro» di chi in questi mesi ha lavorato all'Esposizione universale.

Certificare le competenze di tutti i 20mila lavoratori di Expo e investire con decisione sulle politiche, a partire da quei 20 milioni di euro promessi nel 2014 da Regione Lombardia proprio per sostenere l'ingresso e il riorientamento nel mercato del lavoro. È quanto propone la Cisl Lombardia nella lettera aperta «A Expo 2015 il lavoro ha dato una marcia in più» rivolta a istituzioni, imprese e a tutti gli attori coinvolti nella delicata fase che seguirà la chiusura dell'esposizione universale.

«Chi ha lavorato in Expo ha diritto a vedersi certificate le competenze acquisite – scrive Roberto Benaglia, Segretario regionale Cisl Lombardia con delega al mercato del lavoro -. Molti lavoratori erano giovani alla prima o primissima occupazione o disoccupati in fase di riconversione professionale. In questi sei mesi ogni cuoco, hostess, interprete, autista ha imparato sul campo competenze particolari, anche complesse. Per potersi ricollocare non servono promesse, ma poter spendere il valore della professionalità acquisita».

Secondo la Cisl lombarda inoltre, la fase post-Expo può diventare il primo test di massa per le politiche attive e per rendere davvero europeo e moderno il nostro mercato del lavoro. «Non bastano gli accordi con i privati, già siglati con i sindacati – si legge nella lettera – occorre una regia pubblica che investa sulle politiche attive e dia il necessario sostegno a queste migliaia di lavoratori che se anche “nati” flessibili, da domani non possono essere lasciati soli».

La Cisl lombarda sollecita dunque Regione Lombardia, titolata a gestire le politiche attive e la formazione professionale, a concretizzare gli impegni presi nel 2014. «A fronte di un protocollo con cui tutte le parti sociali accettavano di mettere in campo più flessibilità per il lavoro in Expo – scrive Benaglia -, aveva promesso 20 milioni di euro per sostenere l'ingresso e il riorientamento dei lavoratori. Forza, basta indecisioni, è ora, anzi è quasi tardi, per battere un colpo e fare il proprio mestiere mettendo in campo non soldi a pioggia, ma sostegno a questo nuovo e particolare intervento sul lavoro».