“CONTINUANO I TAGLI, VOGLIONO FAR MORIRE I PATRONATI?”

Dario Turco, Inas Cisl Monza e Brianza: “Le nostre strutture non sono pagate con le imposte, ma con i contributi di chi lavora. Ridurre i finanziamenti significa far pagare ai lavoratori due volte uno stesso servizio” 

“I tagli non solo rischiano di uccidere i patronati, ma sono l'avanguardia di un Welfare minimalista e quasi tutto a carico dei cittadini”. Dario Turco, responsabile dell'ufficio Inas Cisl di Monza e Brianza, non è ottimista per il futuro. Le politiche messe in atto dal Governo rischiano di danneggiare i lavoratori e i cittadini privandoli di qualcosa che è loro: un servizio unico in campo socio-assistenziale e previdenziale.

“In questi ultimi anni – continua Turco – stanno cercando di far passare l'idea che i fondi ai Patronati siano soldi dello Stato e siano di fatto un finanziamento pubblico occulto al sindacato. Non è così e va detto forte. I Patronati sono finanziati non con la fiscalità generale (i tributi) ma con una piccola quota dei contributi previdenziali dei lavoratori. Una quota che, per ragioni di bilancio, lo Stato sta riducendo sempre di più”.

Il risultato è che i Patronati non sono più in grado di offrire gratuitamente i servizi che offrivano in passato. Già dal 2015 i Patronati sono stati autorizzati per legge a far pagare alcuni servizi. Il rischio è che, in futuro, i lavoratori debbano pagare di più. “È illogico – osserva Turco – che i lavoratori, che durante la loro carriera, hanno versato i contributi per avere un servizio, alla fine quel servizio debbano pagarlo un'altra volta. Ma io credo che non sia solo un problema di bilancio, il Governo vuole far passare una nuova idea di Welfare in cui lo Stato garantisce solo le prestazioni minime e tutto il resto è a carico dei cittadini. In questo intravvedo anche una forte pressione da parte dei consulenti del lavoro e dei commercialisti. Se chiudessero i Patronati, per loro si aprirebbe un business enorme…”. 

A Monza e in Brianza l'Inas ha sei sedi (Arcore, Carate, Cesano Maderno, Monza, Seregno e Vimercate) con undici dipendenti a tempo pieno e una serie di collaboratori. Ogni anno vengono trattate diecimila pratiche: dalle invalidità civili alla disabilità, dai congedi parentali alle maternità, dai trattamenti di sostegno al reddito ai trattamenti pensionistici. In media, passano dagli uffici Inas ottomila persone. “Con la progressiva telematizzazione delle pratiche – conclude Turco – per il cittadino comune è sempre più difficile approcciarsi alla Pubblica amministrazione. Il Patronato diventa quindi un interlocutore fondamentale. Non è un caso che il 90% delle pratiche ormai passi attraverso i diversi Patronati. In Brianza, il 27% delle pratiche transita dall'Inas. Quasi un terzo. Cifre considerevoli. Segno che il nostro ruolo è ancora fondamentale. Nonostante qualcuno la pensi diversamente…”.