Niente stipendio da sette mesi. E la prospettiva di non ricevere neanche un euro fino a quando la produzione non riprenderà. Per i lavoratori dell’Aerosol sono tempi duri. Per protestare contro questo stallo, hanno proclamato uno sciopero e hanno organizzato un presidio davanti ai cancelli. «Non chiediamo nulla di nuovo – ha affermato Massimo Ferni Femca Cisl Mbl – due sono le cose fondamentali: che la proprietà metta mano al portafoglio per dare ai lavoratori quello che serve per arrivare alla fine del mese e un intervento delle istituzioni locali per agevolare le tempistiche per avere le autorizzazioni per la riapertura».
La proprietà però sembra non sentire ragioni. Ancora nei giorni scorsi ha ribadito che gli stipendi non saranno pagati finché l’attività non ripartirà. I tempi però potrebbero essere ancora lunghi perché mancano le autorizzazioni. E, anche quando queste ultime arriveranno, l’avvio non sarà immediato. Nel frattempo i dipendenti rimarranno senza entrate.
Da due anni, l’Aerosol sta vivendo una grave crisi. Crisi che sembrava scongiurata a metà maggio quando sindacato e azienda hanno firmato un accordo. L’intesa prevede che 44 dei 64 dipendenti passino a una nuova società, l’Aerosol Pharmaceutical alla quale l’Aerosol Service Italiana cederà il ramo d’azienda farmaceutico. Le rimanenti 20 persone rimarranno in contratto di solidarietà fino al 12 giugno. Una parte di questi proseguirà l’attività nella vecchia società, nel ramo dei presidi medico chirurgici, dove sembra ci possa essere lavoro non solo per i due mesi annunciati. Per le persone che rimarranno fuori da tutto stiamo cercando di trovare modalità di utilizzo degli ammortizzatori sociali, oltre al prolungamento del diritto di repechage da 6 mesi a 2 anni.
Intanto il prolungarsi della crisi ha portato all’uscita di 9 dipendenti che hanno dato le dimissioni. «La situazione è molto delicata – conclude Massimo Ferni -, per questo motivo abbiamo deciso di continuare lo sciopero e il presidio. Domani, 15 giugno, saremo ricevuti dal prefetto di Lecco Liliana Baccari per fare il punto sulla situazione e chiedere che le istituzioni intervengano. In concomitanza, terremo un presidio».