FAT CISL: «STAR, UN PIANO INDUSTRIALE DI DIFESA. COSÌ NON VA»

Il 7 marzo la dirigenza ha presentato ufficialmente il piano industriale. Questo prevede investimenti per 25 milioni (ma solo 5 per una nuova linea) e un esubero di 65 lavoratori dei reparti produttivi. Nisi (Fat Cisl): «Così non va, servono più garanzie e un maggiore impegno dell'azienda in Italia». le parti si rivedranno il 18 marzo

La discussione sul piano industriale della Star entrerà nel vivo il 18 marzo in un incontro tra sindacato e dirigenza che si terrà alla Regione Lombardia. Anche se lunedì 7 marzo, si è già tenuto un primo faccia-a-faccia tra rappresentanti dei lavoratori e quelli dell’azienda nella sede del ministero dello Sviluppo economico a Roma. Quest’ultimo però si stato solo un primo atto interlocutorio.

Al ministero, la Star ha presentato ufficialmente il piano industriale che intende attuare nei prossimi quattro anni (alcuni dettagli erano noti, ma non il quadro complessivo). Il piano prevede un investimento di 25 milioni di euro dei quali 20 per l’ammodernamento delle attuali linee e la razionalizzazione dell’area (attualmente sui 222mila mq dello stabilimento di Agrate ne vengono utilizzati solo 50mila) e 5 per la creazione di una nuova linea per la produzione di brodo liquido. «L’investimento produttivo è positivo – spiega Vincenzo Nisi della Fat Cisl Monza Brianza Lecco -, ma noi chiediamo un piano industriale che preveda la ricerca su nuovi prodotti e la loro realizzazione qui in Italia. Ci piacerebbe sapere anche quali intenzioni abbia l’azienda per l’occupazione degli spazi eccedenti nel sito di Agrate Brianza. Fermo restando che il sindaco ha ribadito che l’area ha e manterrà in futuro la sua vocazione industriale».

Dalle risposte che arriveranno dipenderanno anche i volumi occupazionali della Star in Brianza. Nel piano presentato al ministero sono previsti 65 esuberi (35 entro il mese di giugno e gli altri 30 dal 2017 al 2019) sui 237 dipendenti attuali. I tagli però sarebbero tutti nei reparti produttivi e ciò significherebbe una riduzione del 45% dell’organico delle lineee. «Quello presentato  – conclude Nisi – è un piano industriale di difesa. Chiediamo alla Star più coraggio e maggiori investimenti nei prodotti. Solo attraverso un aumento dei volumi produttivi e l’arrivo di altre attività sull’area si potranno tutelare i volumi occupazionali». La trattativa è iniziata, il 18 entrerà nel vivo.