UFFICIO VERTENZE, NEL 2015 RECUPERATI 9 MILIONI DI EURO

Il 60% di questa quota è relativa alla Provincia di Monza, il restante in quella lecchese. Nel 2014 la quota recuperata a favore dei lavoratori era stata di 7 milioni e mezzo. Con la crisi aumenta l'attività legata ai fallimenti e al recupero crediti

Il lavoro, in questo settore, non manca mai. Purtroppo. Perché qui di tratta di far rispettare le norme per recuperare del denaro che spetta di diritto ai lavoratori. Una missione che l’Ufficio Vertenze della Cisl Monza Brianza Lecco ha portato nuovamente a termine recuperando 9 milioni di euro nel solo 2015. Il 60% di questa quota è relativa alla Provincia di Monza, il restante in quella lecchese. Nel 2014 la quota recuperata a favore dei lavoratori era stata di 7 milioni e mezzo. La struttura può contare su 7 operatori in Brianza e su 4 nel Lecchese.

L’impegno è a tutto campo anche perché il prolungarsi della crisi ha cambiato gli interventi richiesti ai «vertenzieri». Che, fino a qualche anno fa, erano chiamati in causa specialmente per motivi legati al lavoro svolto: bisognava verificare, per esempio, se  il contratto fosse applicato correttamente e se la retribuzione fosse adeguata alla mansione effettivamente ricoperta dal lavoratore. «Il recupero crediti – sottolinea Stefano Goi, responsabile dell’Ufficio – una volta era un’eccezione. Con l’aggravarsi della crisi, c’è stata una crescita esponenziale dei fallimenti e del recupero crediti». 

In questo caso, nel 2015, l’Ufficio è intervenuto in 520 occasioni. Nell’anno precedente i casi erano stati 395. I fallimenti seguiti dall’Ufficio, invece, sono stati 209. Ad alzare bandiera bianca, rispetto al passato, ora sono soprattutto le piccole imprese. «Fino a un anno e mezzo fa – aggiunge Goi – fallivano società di grosse dimensioni, con più di 50 addetti. Ma ormai questo tipo di aziende si è ristrutturato dopo la crisi. Adesso, a fallire, sono specialmente le piccole imprese, anche a carattere famigliare».  L’esame dell’attività 2015 evidenzia come il comparto più a rischio sia quello metalmeccanico (52 fallimenti, 34,90%), seguito da commercio (49, 32,89%) ed edili-legno (26, 17,45%). Il commercio è la categoria che innesca più vertenze: in questo settore l’Ufficio ha seguito 264 casi (38,48%). Ma superano quota 100 pure i  meccanici e gli edili-legno, approdati rispettivamente a 150 e 112.

«In generale – specifica Mario Todeschini, segretario Cisl Monza Brianza Lecco – c’è stato un calo della vertenzialità classica. Ed è anche cambiato il clima: l’attenzione del lavoratore è riservata alla conservazione del posto». Oltretutto, aggiunge Goi, «con le nuove norme alcuni diritti sono stati cancellati: il contratto a termine, per esempio, non deve essere più giustificato. E i lavoratori, nei processi, non sono sullo stesso piano della controparte. I nostri avvocati hanno presentato eccezione di costituzionalità sul pagamento delle spese legali da parte del lavoratore».