CONTRATTO, METALMECCANICI SUL PIEDE DI GUERRA

Domani, 29 giugno si terrà a Monza l’attivo territoriale dei delegati Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil. A questa iniziativa, seguirà, il 5 luglio, uno sciopero con presidio di fronte alla St di Agrate Brianza. Il 19 luglio, sarà la volta del Lecchese dove si terrà uno sciopero territoriale delle imprese metalmeccaniche. Ciappesoni (Fim Cisl): «Cerchiamo di smuovere le acque per far riprendere una trattativa che si è arenata»

I lavoratori del settore metalmeccanico in Brianza e nel Lecchese stanno organizzando iniziative territoriali per protestare contro il mancato rinnovo del contratto nazionale. Domani, mercoledì 29 giugno si terrà a Monza (ore 9,30, salone Circoscrizione 3 via D’Annunzio, Zona San Rocco) l’attivo territoriale dei delegati Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil. A questa iniziativa, seguirà, martedì 5 luglio, uno sciopero con presidio di fronte alla St di Agrate Brianza. Il 19 luglio, sarà la volta del Lecchese dove si terrà uno sciopero territoriale di 8 ore delle imprese metalmeccaniche (concentramento ore 9, via Besonda 11 a Lecco, a questa iniziativa non partecipa la Uilm). Dalla scorsa settimana poi il sindacato e i lavoratori hanno dichiarato il blocco a oltranza degli straordinari e di tutte le flessibilità.

«Sono iniziative – spiega Giorgio Ciappesoni, segretario generale della Fim Cisl Monza Brianza Lecco – che cercano di smuovere una trattativa che da dicembre si è arenata. A qualche timida apertura, Federmeccanica ha opposto alcune chiusure che non possiamo accettare, da qui le nostre iniziative».

In campo economico, i contratti nazionali, a partire dagli anni Novanta, hanno sempre cercato di adeguare le retribuzioni alla perdita del potere d’acquisto. In questo periodo di bassa o nulla inflazione, le imprese non vogliono concedere aumenti o, meglio, si sono detti pronti ad aumentare gli stipendi, ma solo a chi ha il minimo tabellare (il 5% circa dei lavoratori del comparto). Nulla di fatto anche sulla riforma dell’inquadramento. Una questione che contrappone le parti da anni e che porta ad avere contratti che prevedono vecchi profili professionali che non esistono più e nuovi che non sono riconosciuti. Nessuna  risposta è poi arrivata sulla richiesta del sindacato di estendere la contrattazione di secondo livello a tutte le imprese, anche quelle che ora non la applicano, attraverso una contrattazione territoriale.

«Di fronte a queste chiusure – conclude Ciappesoni – si registrano alcune aperture sul fronte del Welfare. Federmeccanica si è detta disponibile non solo a farsi carico interamente della quota dl Fondo sanitario, ora a carico del dipendente, ma a fare aderire al fondo tutti i lavoratori (ora è su base volontaria). In campo previdenziale, gli imprenditori hanno accettato di incrementare la loro quota. Sono aspetti molto importanti, ma non esauriscono, a nostro parere, la trattativa. Per questo, con le nostre iniziative cerchiamo di tenere alta l’attenzione e stimolare la controparte a aprire una trattativa che ora è finita nelle secche».