IL SINDACATO DENUNCIA: PREFETTURA SOTTO ORAGNICO

In base alla popolazione della Provincia di Monza, la pianta organica sarebbe di 70 persone. Ora gli addetti sono 29 (otto distaccati da altre sedi). Le organizzazioni sindacali  hanno inviato un documento che illustra la situazione al Ministero dell’Interno, al presidente dell’Assemblea dei sindaci di Monza e Brianza e allo stesso Prefetto di Monza e Brianza

I conti non tornano. Perché l’organico previsto in base alla popolazione della Provincia di Monza, sarebbe di 70 persone. Ora, invece, a lavorare alla Prefettura di Monza sono 29 addetti. E di questi, oltretutto, otto sono a Monza in missione da altre sedi. Potrebbero, quindi, essere richiamati alla sede originaria.

Un’eventualità che peggiorerebbe inevitabilmente le condizioni del personale in servizio negli uffici di via Prina che, riunitosi in assemblea, ha proclamato lo stato di agitazione. La Prefettura monzese, istituita nel 2011 (allora i dipendenti erano 24), gestisce l’emergenza profughi e si occupa anche di questioni legate a ordine e sicurezza, al rilascio della cittadinanza, alle elezioni, a manifestazioni di interesse pubblico.

La situazione, denunciano i dipendenti, era già da tempo a rischio per la cronica carenza di personale. Ma ora ha registrato un ulteriore peggioramento, con il pensionamento di due funzionari economico-finanziari e di un assistente economico-finanziario. Le organizzazioni sindacali Funzione Pubblica Cgil Monza Brianza, Cisl Fp Monza Brianza Lecco, Uilpa Uil Monza e Brianza, Confsal-Unsa hanno così inviato un documento che illustra la situazione al Ministero dell’Interno, al presidente dell’Assemblea dei sindaci di Monza e Brianza e allo stesso Prefetto di Monza e Brianza.

«Tali problematiche – viene spiegato nel documento – sono state già rappresentate dalle rappresentanze sindacali unitarie alla dirigenza senza ottenere risultati. Anche quanto deciso nell’ultima riunione sindacale e approvato dal signor Prefetto, non è stato messo in atto con gravi ripercussioni sull’attività lavorativa. Si prenda atto che lo sforzo iniziale richiesto al personale nella fase di start up, oggi risulta non più sostenibile e pertanto diventa urgente un soluzione organizzativa adeguata a fronte di un fabbisogno stimato di 70 unità».