POSTE, I LAVORATORI SI MOBILITANO CONTRO I TAGLI

Domani, 8 luglio, i rappresentanti sindacali si incontreranno col Prefetto per informarlo dei problemi del settore sul territorio e lunedì 11 (16,30-18,30) si terrà un presidio davanti alla Prefettura. Dopo lo sciopero regionale del 23 maggio, con una adesione dell’80%, la vertenza quindi continua

La situazione delle Poste in Provincia di Lecco si sta aggravando e i lavoratori si mobilitano. Domani, 8 luglio, i rappresentanti sindacali si incontreranno col Prefetto per informarlo dei problemi del settore sul territorio e lunedì 11 (16,30-18,30) si terrà un presidio davanti alla Prefettura. Dopo lo sciopero regionale del 23 maggio, con una adesione dell’80%, la vertenza quindi continua. «In questi anni – spiega Antonio Pacifico della Slp Cisl -, le Poste nel Lecchese sono state oggetto di un forte ridimensionamento. Nel settore recapiti di fatto sono stati cancellati 50 posti di lavoro, gettandolo nel caos organizzativo più assoluto. Gli sportelli poi continuano a essere sottorganico peggiorando il servizio alla cittadinanza. La carenza di personale e di organizzazione non riesce a garantire serenità lavorativa e un servizio efficiente sempre sotto la scure di possibili ulteriori tagli e chiusure di uffici».

Attualmente sul territorio lavorano 500 addetti ma, secondo il sindacato, non bastano e la situazione potrebbe addirittura peggiorare per effetto della politica di esodi incentivata portata avanti dalle Poste.

La mobilitazione dei lavoratori lecchesi si riallaccia anche a quella nazionale che coinvolge tutti i dipendenti delle Poste. «A livello nazionale – conclude Pacifico -, contestiamo la riorganizzazione a giorni alterni del recapito, la mancanza cronica di personale, ma soprattutto, la possibile quotazione in Borsa. A nostro parere non solo verrebbe meno il servizio sociale dell’azienda, ma si rischierebbe uno spacchettamento della stessa con servizi meno redditizi (quali il recapito) fortemente ridimensionati. Per questo, chiediamo al Governo e a tutta la classe politica di dare ascolto alle giuste rivendicazioni dei lavoratori di Poste Italiane, tese a ridare dignità al lavoro e alla socialità del servizio».