«PENSIONI, IL GOVERNO FACCIA DI PIÙ»

Rachele Penati, Segretaria generale della Fnp Cisl Monza Brianza Lecco fa il punto sul sistema pensionistico e sulle rivendicazioni sindacali in vista del confronto politico che inizierà il 12 settembre: «I pensionati hanno pagato caro il prezzo della crisi, fungendo da ammortizzatori sociali, sostenendo i loro figli espulsi dalle aziende. È ora di riconoscere questo ruolo sociale, è ora che l'Esecutivo faccia un passo avanti effettivo»

La calma estiva offre l'opportunità di riordinare le idee su ciò che bolle in pentola sul capitolo lavoro e pensioni ai tavoli di confronto ministeriali. I quotidiani nazionali si sono sbizzarriti a ipotizzare le diverse soluzioni, ma, come dire, si fanno i conti senza l'oste, e l'oste nel nostro caso sono le risorse.
Va detto innanzitutto che, dopo tanto tempo, si sta verificando un vero confronto/negoziato sui temi posti dal sindacato che, nella tarda primavera, si è mobilitato parecchio su questi temi.

Mi soffermo in particolare sui problemi delle pensioni  e della previdenza, anche se una parte significativa riguarda la contribuzione lavorativa, i lavori usuranti, gli esodati. Dal documento annuale dell'Inps si evince che nel 2016 i requisiti temporali per la pensione sono aumentati di 4 mesi, per l'incremento dell'aspettativa di vita unitamente a quello dell'età per raggiungere la pensione di vecchiaia. Su base nazionale l'Inps ha testato un calo del 31% delle pensioni nel primo semestre 2016, rispetto a quello del 2015 nel settore lavoro dipendente (il calo si registra anche in altri settori).

La legge Fornero sta dando i suoi efffetti creando molteplici problemi, tali da costringere le Confederazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil, insieme alle federazioni dei pensionati, a chiedere e ottenere un tavolo apposito di confronto. In particolare si chiede che la prossima Legge di stabilità affronti i suddetti problemi:
1) Tutela delle pensioni, interventi di adeguamento al costo della vita istituendo un paniere più consono ai consumi dei pensionati. Parificazione dell'area esenzione Irpef a quella dei lavoratori dipendenti. Estensione della mensilità aggiuntiva (14esima).
2) Uscita anticipata dal lavoro (Ape). Si tratta di stabilire un meccanismo che permetta la flessibilità in uscita fino a tre o quattro anni prima senza penalizzazioni (il Governo ha pensato a un prestito bancario gestito dall'Inps con ritenuta sulla pensione). Ciò permetterebbe ai soggetti in condizioni critiche di accedere alla pensione prima di raggiungere i requisiti.
3) Lavoratori precoci (persone che hanno iniziato il lavoro tra i 14 e i 18 anni). Per loro si chiede la pensione senza penalizzazione in caso di accesso prima dei 62 anni di età con l'eliminazione dell'automatismo dell'aspettativa di vita, considerando le diverse attività lavorative.
4) Cumulo gratuito, ossia, il computo dei periodi assicurativi maturati in diverse gestioni pensionistiche per potere utilizzare i periodi non coincidenti a conseguire un'unica pensione.
5) Impegno del Governo a inserire nella Legge di stabilità la ricostruzione del «montante previdenziale» affinché le pensioni, correttamente perequale al 2013, possano costituire la base di calcolo per la perequazione degli anni a venire.

Come si vede, la materia è particolarmente complessa, ma il problema maggiore a cui si trova di fronte il Governo è quello del reperimento delle risorse. Qui entra in campo la volontà politica di farlo, sul versante dell'evasione ad esempio, nonché incentivando la crescita economica con nuovi posti di lavoro ecc.
Comunque sia, il confronto politico avverrà il 12 settembre, nel corso del quale si dovrebbe avere un  quadro più chiaro delle intenzioni del Governo.

Altre questioni attendono di essere affrontate successivamente ai tavoli negoziali, quali:
–  il riconoscimento, mediante previdenza figurativa, del lavoro di cura all'interno della famiglia ove esistano genitori o figli non autosufficienti
–  lo sviluppo della previdenza complementare per i lavoratori, stimolando l'adesione ai fondi previdenziali negoziati rendendoli più appetibili (ad es. riducendo la tassazione sugli investimenti dei fondi pensione nell'economia reale del Paese e non nella finanza).
– il monitoraggio costante del bilancio previdenziale per procedere alla annosa separazione tra Previdenza (in capo a ciascun lavoratore) ed Assistenza (in capo alla fiscalità generale).

Il sindacato pensionati della Cisl è cosciente delle difficoltà in cui si trova il nostro Paese con un debito pubblico in continua ascesa, ma non rinuncia a stimolare il Governo alla ricerca di soluzioni di giustizia sociale che migliorino le condizioni degli anziani maggiormente in difficoltà, favoriscano l'ingresso dei giovani nel mondo del lavoro, tutelino i redditi, assumendo il criterio della proporzionalità dell'imposizione, della lotta all'evasione e al lavoro sommerso.

Pensiamo che il Governo si debba impegnare molto di più; finora i nostri rappresentati hanno pagato maggiormente il prezzo della crisi, fungendo da ammortizzatori sociali, sostenendo i loro figli espulsi dalle aziende. Genitori anziani e nonni sono sempre in pista ed è ora di riconoscere  questo ruolo sociale, è ora che il Governo dimostri la sua volontà e faccia un passo avanti effettivo. Lo attendiamo e per questo ci faremo ancora sentire.  
Rachele Pennati
Segretaria generale pensionati Cisl Monza Brianza Lecco