Ex Bames e Sem, presidio venerdì 16

Tornano ancora in piazza gli ex dipendenti chiedendo che chi ha causato il disastro in Bames e Sem sia processato e chi ha avuto responsabilità paghi. Venerdì 16 novembre, dalle ore 8,30 si terrà un presidio davanti al Tribunale in piazza Garibaldi a Monza in concomitanza dell’udienza che si tiene davanti al Giudice per le indagini preliminari per discutere del rinvio a giudizio dei 10 indagati di bancarotta fraudolenta e della distrazione di beni e risorse economiche che dovevano essere destinate alla re-industrializzazione, il presidio ha lo scopo di richiamare nuovamente l’attenzione su quanto è avvenuto e sulla situazione di lavoratrici e lavoratori che hanno perso il lavoro a causa di questi motivi.

«Saranno presenti gli ex dipendenti Bames -spiega Gigi Redaelli, Fim Cisl Mbl -, orgogliosi di tutte le iniziative e le lotte che, con il supporto delle organizzazioni sindacali Fim Cisl e Fiom Cgil, hanno fatto in questi anni. Orgogliosi di aver portato il gruppo dirigente e la famiglia Bartolini in un’aula di tribunale, costituendosi come parte civile nei confronti dei 10 indagati e in tal senso sono stati ammessi dal Giudice per i danni morali.

Gli ex dipendenti auspicano che ci sia il rinvio a giudizio e un processo che accerti tutte le responsabilità nei confronti di chi ha portato al fallimento queste aziende creando enormi problemi economici e sociali, chi ha commesso illeciti paghi per quello che ha fatto anche se questo non cancellerà tutti i danni e i torti subiti dalle persone che lavoravano in queste aziende e che sono state coinvolte drammaticamente in questa situazione. «Chiediamo che vengano accertate le responsabilità di chi ha portato delle importanti realtà industriali al fallimento per bancarotta fraudolenta, chiediamo che sia fatta Giustizia», spiegano.

La vicenda della ex Ibm, ex Celestica, ex Bames ex Sem continua ad avere una ferita aperta. Oggi alcuni ex dipendenti (un’ottantina di persone) sono senza alcun reddito. La loro è una storia conosciuta, erano dipendenti della multinazionale Ibm di Vimercate, nel 2000 sono stati scorporati e ceduti alla canadese Celestica e nel 2006 lo stabilimento (con gli 860 dipendenti rimasti) è stato acquisito da Bartolini Progetti. Da quel momento, è iniziata la loro drammatica vicenda lavorativa che, dopo diversi anni di piani industriali volutamente disattesi e dopo parecchi anni di cassa integrazione, ha visto nell’autunno del 2013 il fallimento delle due aziende e il licenziamento dei circa 480 lavoratori rimasti in quella data,

«Nel 2010 – ricorda Redaelli – avevamo commissionato un’analisi dei bilanci a una società specialistica che ha svolto una ricerca sulle attività fatte da Bartolini Progetti e dalle società a essa collegate per comprendere meglio quanto stava avvenendo allora, è stato realizzato uno studio dal titolo emblematico: “Il saccheggio di Bames, Quattro anni di giochi finanziari sulle spalle dei lavoratori” a cui è seguito un convegno pubblico il 25 febbraio 2011 con la diffusione a più livelli della sintesi della ricerca, il testo completo di questa ricerca è stato messo a disposizione sia della curatela di Bames che della Procura della Repubblica di Monza».

I dubbi sul ruolo di Bartolini Progetti sono stati denunciati da Fim e Fiom sin dalla sua comparsa in questa vicenda e in particolare dopo l’acquisizione delle quote di Celestica Italia (settembre 2006) che contestato fortemente dal sindacato perché veniva stravolto il senso della re-industrializzazione prevista nel Protocollo Istituzionale firmato dalle parti in Regione Lombardia il 2 agosto 2006, questi dubbi sono stati anche formalizzati richiedendo un incontro con una lettera inviata il 3 ottobre 2006 dove chiedevamo, poco ascoltati, chiarimenti in merito a tale operazione e visto come sono andate le cose, i fatti ci confermano che purtroppo avevamo visto giusto sin da allora.

«Non va dimenticato che come Fim Cisl, Fiom Cgil, Rsu – conclude Redaelli -, lavoratrici e lavoratori avevamo a suo tempo presentato istanza di fallimento per le due società con l’obiettivo di esautorare la famiglia Bartolini e il gruppo dirigente dalla gestione fallimentare delle aziende e le indagini hanno evidenziato che c’era dell’altro».

Ritornano in presidio gli ex dipendenti per non far dimenticare che ci sono ancora e che c’è a Vimercate un’area importante sottoutilizzata che deve essere rilanciata con forza! L’area rimane a vocazione industriale, così come sostenuto dall’ordine del giorno votato all’unanimità dal consiglio comunale di Vimercate il 15 marzo 2017, ma si sta sempre più svuotando ed è necessario fare di più e in fretta per rilanciarla e darle una prospettiva reale. Il tema del suo riutilizzo è uno degli aspetti che vogliamo ancora una volta evidenziare e lo facciamo rivolgendoci a tutto il mondo della Politica istituzionale (Locale, Provinciale, Regionale e Nazionale), per questo motivo chiediamo loro di essere presenti a questa iniziativa.