CGIL, CISL E UIL RICORRONO AL TAR CONTRO LA FUSIONE DELLE CAMERE DI COMMERCIO

Le organizzazioni sindacali territoriali: «Siamo contrari alla creazione di un unico ente camerale per Milano, Monza e Lodi. La Camera di commercio è un asset fondamentale per il nostro tessuto produttivo. Deve rimanere autonoma». Preoccupazione anche per i 65 dipendenti: il rischio è che vengano trasferiti

L’unione tra le Camere di Commercio di Milano, Monza e Lodi, decisa a luglio, non «s’ha da fare». Cgil Monza Brianza , Cisl Monza Brianza Lecco e Uil Monza Brianza presenteranno ricorso al Tribunale amministrativo della Lombardia chiedendo innanzi tutto la sospensiva e, poi, un giudizio di merito delle delibere in questione. Il sindacato ritiene che l’accorpamento sia illegittimo alla luce degli interventi normativi successivi alla legge Delrio e alla legge Madia sulla riforma della pubblica amministrazione. Uno schema di decreto legislativo sul riordino delle Camere di Commercio è stato approvato il 25 agosto dal Consiglio dei Ministri. L’approvazione definitiva del decreto è prevista a novembre. La contestata unione diventerà operativa nel settembre 2017 con il varo del nuovo organismo. Spetta comunque al ministero dello Sviluppo economico dare il consenso definitivo. Ma lo stesso ministero, sostengono i promotori del ricorso, potrebbe negarlo in base alle novità contenute nel decreto in via d’approvazione che potrebbe addirittura rafforzare il ruolo territoriale delle Camere di Commercio.

Cgil, Cisl e Uil hanno sempre sostenuto l’autonomia della Camera di Commercio brianzola che si rivolge a 92mila imprese (la soglia minima per garantire l’autonomia delle Camere è 75mila imprese). «La Camera di Commercio – sottolineano Maurizio Laini, Rita Pavan e Luigi Soldavini, rispettivamente segretari generali di Cgil Monza Brianza, Cisl Monza Brianza Lecco, Uil Monza Brianza e Marco Viganò, già segretario generale Cisl Monza Brianza Lecco, attuale rappresentante delle organizzazioni sindacali nella Camera di Commercio – resta un asset fondamentale per il nostro territorio. Assegna risorse alle imprese, gestisce servizi di sostegno all’innovazione, organizza corsi di formazione, ha la capacità di elaborare studi statistici.Avremmo perciò voluto che il suo destino fosse discusso all’interno del dibattito che porterà alla definizione delle aree vaste. La fusione avrebbe dovuto essere successiva alle valutazioni dei destini di questo territorio. La nostra è una posizione unitaria». Le organizzazioni sindacali sono anche preoccupate per il futuro dei 65 dipendenti della sede monzese. Il timore è che la fusione possa causare mobilità di personale. Le organizzazioni sindacali di categoria hanno già proclamato lo stato di agitazione.