MORTI SUL LAVORO: 24 IN LOMBARDIA, 3 IN BRIANZA E NEL LECCHESE

I metalmeccanici oggi hanno scioperato un'ora sui temi della sicurezza. Civillini Fim Cisl: «Gli incidenti sono la conseguenza di un clima e di comportamenti che valutano la vita e le condizioni in cui si svolge il lavoro come variabili dipendenti dagli interessi dell’impresa e del profitto»

Sono 500 i lavoratori morti dall’inizio dell’anno alla fine di agosto in Italia. Di questi 24 in Lombardia e tre nelle province di Monza e di Lecco. Sono i dati forniti dal Registro regionale infortuni mortali, giudicati «inaccettabili» dai sindacati, che sollecitano le imprese a un maggiore rispetto delle procedure e delle regole di sicurezza e denunciano l’inadeguatezza dei sistemi di  prevenzione tali da assicurare effettive garanzie per i lavoratori. Ed è per questo motivo che i lavoratori metalmeccanici oggi hanno scioperato per un’ora chiedendo maggiore attenzione alle regole di sicurezza.

I dati del Registro regionale infortuni mortali, alimentato dalle Asl, potrebbero, tra l’altro, essere sottostimati perché registrano gli eventi occorsi sui luoghi di lavoro e non quelli in itinere che saranno poi conteggiati dall’Inail.

«Spesso questi incidenti sono la conseguenza di un clima e di comportamenti che valutano la vita e le condizioni in cui si svolge il lavoro come variabili dipendenti dagli interessi dell’impresa e del profitto – afferma Enrico Civillini, segretario generale Fim Cisl Lombardia – . Se aggiungiamo i subappalti e la precarietà ecco che i rischi aumentano tenuto conto delle pressioni che queste condizioni contrattuali impongono sui lavoratori. Nell’ora di sciopero ci siamo impegnati a tenere alta l’attenzione sui temi della salute e della sicurezza con assemblee e riunioni specifiche. Il diritto alla vita di un lavoratore è un bene assoluto che nessuno può cancellare».