«I VENERDÌ DELLA CISL»: LA COSTITUZIONE, IL SINDACATO E IL SIGNIFICATO DELLE RIFORME

La Cisl Monza Brianza Lecco ha organizzato una mattinata di approfondimento della riforma costituzionale sulla quale si voterà il 4 dicembre. «La Cisl – ha detto Rita Pavan, segretaria generale territoriale – non è pro o contro il Governo. E non ha preso posizione a favore o contro la riforma, ma al voto bisogna arrivare preparati per fare una scelta meditata. Per questo motivo abbiamo deciso di organizzare questo incontro a Monza»

«Il referendum non è il giudizio universale, ma nemmeno una scelta banale. E al voto bisogna arrivare preparati per fare una scelta meditata. Per questo motivo abbiamo deciso di organizzare questo incontro a Monza». Così Rita Pavan, Segretaria generale della Cisl Monza Brianza Lecco, ha introdotto «Riforma costituzionale. Per una scelta consapevole», l’incontro che si è tenuto questa mattina a Monza.

«La riforma, come ha spiegato Stefano Colotto, Dipartimento Cisl Democrazia economica, fisco, previdenza, riforme istituzionali, tocca sei punti fondamentali: la legislazione concorrente Stato/Regioni (accentrando di fatto alcune funzioni); il superamento del bicameralismo perfetto (attraverso la creazione del Senato come Camera che rappresenta le istanze territoriali); la semplificazione dell’iter e la riduzione dei tempi di approvazione delle leggi; il taglio dei costi della politica; una revisione della struttura degli enti locali; la promozione della democrazia, della partecipazione sociale e dello sviluppo economico.

«La Cisl – ha continuato Rita Pavan – non è pro o contro il Governo. E non ha preso posizione a favore o contro la riforma. La Confederazione però sa che il Paese ha bisogno di stabilità. Istituzioni stabili e tempi legislativi certi da soli non bastano, ma sono presupposti fondamentali per la crescita e lo sviluppo».

«Il testo approvato dal Parlamento – ha osservato Colotto – dà le risposte a tre punti che stanno molto a cuore alla Cisl: l’eliminazione della legislazione concorrente, che creava una paralisi istituzionale, la semplificazione del processo legislativo e il rafforzamento degli strumenti di democrazia diretta. Come ha detto Annamaria Furlan, Segretaria generale della Cisl, non è una riforma da dieci e lode, ma da sete più perché contiene alcuni elementi positivi».

Secondo Tiziano Treu, già ministro del Lavoro, parlamentare e sostenitore del «sì» al referendum,attraverso questa riforma si avrà un Parlamento in grado di decidere in modo più veloce («La lentezza nel processo decisionale non ci aiuta nel confronto con Usa, Cina e con gli altri Paesi europei»). Ma renderà l’Italia un Paese meglio organizzato, nel quale non ci sarà più confusione tra le attribuzioni dello Stato e quelle delle Regioni. Confusione che, secondo Treu, «in questi anni ha portato a un aumento delle divisioni e della conflittualità».

Voce discordante quella di Stefano Bruno Galli,capogruppo Lista Maroni e docente dell’Università di Milano. «Le riforme di cui stiamo parlando – ha spiegato – non aumenteranno la qualità della democrazia, perché trasformeranno alcuni enti esistenti in enti di secondo livello non più eletti dai cittadini. Allo stesso tempo, non garantirà ai cittadini maggiori diritti: la Costituzione riconosce il diritto alle autonomie, ma le nuove norme di fatto accentrano i poteri, limitando le stesse autonomie». La pensa allo stesso modo Loris Maconi, ex sindacalista della Cgil e senatore che ha parlato di una «via pasticciata alle riforme».

La Cisl comunque ritiene il referendum un evento importante che non può essere disertato. «Al di là di come ciascuno la pensi – ha concluso Colotto –, il diritto-dovere di votare è fondamentale. Esercitarlo è importante perché dimostra la nostra voglia di partecipare alla cosa pubblica».