CANALI, CONTRATTI DI SOLIDARIETÀ NELLO STABILIMENTO DI CARATE

L'azienda tessile e il sindacato hanno siglato un accordo per evitare la mobilità per i 214 dipendenti dello stabilimento caratese. «I dirigenti – spiega Davide Martorelli della Femca Cisl – ci avevano annunciato 100 esuberi, ma con questa intesa abbiamo ridotto l'impatto occupazionale»

Si ricorrerà ai contratti di solidarietà per far fronte alla crisi occupazionale della Canali di Carate Brianza. Il provvedimento durerà un anno e riguarderà tutti i 214 dipendenti dello stabilimento. Nel frattempo azienda e sindacato cercheranno insieme soluzioni alternative e il più possibili «indolori» per ridurre l’organico.

L’azienda, che ha sede a Sovico ma ha stabilimenti in diverse regioni, ha un organico complessivo di 1.200 dipendenti. Le sue giacche da uomo sono uno dei simboli del made in Italy. Finora sembrava aver passato indenne l’ondata della crisi economica che ha colpito numerose imprese, non solo nel settore tessile. A settembre, però, la direzione ha convocato il sindacato e ha annunciato che, negli ultimi anni, il gruppo aveva registrato un progressivo calo di mercato. Un calo che non si può più essere definito congiunturale, ma che è diventato strutturale. Per questo, i vertici aziendali hanno chiesto la messa in mobilità di un centinaio di lavoratori dell’unità produttiva caratese.

«Va riconosciuto – osserva Davide Martorelli della Femca Cisl – che la Canali si è detta subito disponibile a non procedere subito con la mobilità e a ricercare insieme alla controparte una soluzione meno traumatica. È così iniziata la trattativa che ci ha portato all’intesa sottoscritta pochi giorni fa». L’accordo prevede i contratti di solidarietà per tutti i dipendenti dell’unità produttiva caratese che lavoreranno part-time per quattro giorni. «Abbiamo chiesto all’azienda – conclude Martorelli – un’analisi sul ricorso al part-time, sui possibili pensionamenti e dimissioni volontarie. Nei prossimi dodici mesi lavoreremo per trovare soluzioni che preservino il più possibile l’occupazione».