LEGNO-INDUSTRIA, IL 28 SCIOPERO E COMIZIO A MEDA

Il 28 ottobre il comparto legno-arredo sciopererà per difendere la piattaforma unitaria e per il rinnovo del contratto nazionale scaduto da sette anni. I lavoratori della Brianza e del Lecchese si ritroveranno a Meda dove Federico Salvatore, della segreteria Filca Cisl nazionale, terrà un comizio a nome dei Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil

Il comparto legno-arredo industria sciopera il 28 ottobre. I lavoratori incroceranno le braccia per otto ore in difesa della piattaforma unitaria e per il rinnovo del contratto nazionale scaduto da sette anni (le trattative si sono interrotte il 3 ottobre). In Brianza e nel Lecchese si terranno presidi davanti alle principali aziende del settore. I lavoratori poi convergeranno su Meda dove, in corso Resistenza, Federico Salvatore, della segreteria Filca Cisl nazionale, terrà un comizio a nome dei Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil.

«Federlegno – spiegano i sindacalisti – chiede di gestire in modo unilaterale la flessibilità e intende estendere il lavoro precario. Inoltre vuole dare aumenti legati unicamente al tasso di inflazione e aumentare la quota a carico dei lavoratori nel Fondo Arco e non incrementare la quota a carico delle aziende nel Fondo Altea. Noi diciamo che diritti e salari non si tagliano per questo abbiamo interrotto la trattativa per il rinnovo del contratto nazionale».

Il sindacato invece chiede che si tengano in considerazione le esigenze dei lavoratori e delle lavoratrici, perché solo in un ambiente di lavoro sereno e rispettoso delle persone si possono raggiungere buoni livelli di produttività. Per questo occorre una gestione moderna e condivisa delle esigenze aziendali, compresa la flessibilità, attraverso l’informazione alle Rsu e con la contrattazione di secondo livello. Chiede inoltre che anche ai lavoratori precari siano estesi i diritti e sia possibile verificare la trasformazione dei loro contratti a tempo indeterminato. Sul fronte degli aumenti salariali viene chiesto un incremento di 70 euro per i laterizi, 90 per il cemento e 103 per i lapidei e che il welfare integrativo non penalizzi i lavoratori con quote a loro carico ma preveda aumenti sia sulla previdenza complementare sia sulla sanità integrativa.