POSTE ITALIANE, DIPENDENTI IN SCIOPERO IL 4 NOVEMBRE

Protesteranno contro il taglio di 20mila posti a livello nazionale. Una riduzione che colpirà anche gli uffici postali e il servizio recapito della Brianza. Lavoratori e sindacato si ritroveranno in un presidio a Milano davanti alla Borsa in piazza Affari

Per le organizzazioni sindacali del comparto postale c’è il rischio di un «taglio» di 20mila posti di lavoro su un totale di 140mila a livello nazionale. Anche per questo Slp Cisl, Slc Cgil, Failp Cisal, Confasal Com e Ugl Com hanno proclamato uno sciopero generale in Poste Italiane per l’intera giornata di venerdì 4 novembre. Sono previste manifestazioni in ogni regione. A Milano verrà organizzato un presidio dalle 10 alle 12 davanti alla Borsa in piazza Affari.

La possibile riduzione di personale potrebbe colpire anche la Brianza. Dove, come sottolinea Mario Bellofiore, segretario Slp Cisl Monza Brianza Lecco, «in questi ultimi anni i dipendenti MP (uffici postali) di Poste italiane, sono già diminuiti di circa 130 addetti. Una diminuzione dovuta non solo a pensionamenti o a esodi incentivati, ma anche a causa della creazione di nuove figure professionali (figure distolte dal contingente di sportelleria ). «Oggi – aggiunge Bellofiore – sul nostro territorio ci sono circa 700 operatori di sportello e considerando che giornalmente vi sono circa 50 distacchi (personale che si sposta da un ufficio ad un altro ufficio), si può constatare come la regolare attività quotidiana sia garantita da questi spostamenti di personale». Un tipo di organizzazione che, però, di fatto penalizza fortemente sia i lavoratori e sia la clientela: vedi le code agli sportelli.

Capitolo recapito: in questo caso la penultima riorganizzazione ha penalizzato fortemente la Brianza, con il 24% di taglio di zone, creando notevoli difficoltà ai portalettere per la consegna della corrispondenza e disagi alla clientela. Sono circa 500 gli addetti che svolgono questo servizio. «Adesso – precisa Bellofiore – la nostra preoccupazione è che nel 2017 verrà introdotto, anche in Brianza, il nuovo modello organizzativo a zone alterne compromettendo la qualità del servizio offerto e la garanzia del servizio universale. Questo stesso modello in altre province sta già creando notevoli difficoltà con giacenze e ritardi sulla consegna della corrispondenza». Le organizzazioni sindacali, infine, sono contrarie all’ulteriore privatizzazione, «perché la decisione del Governo Renzi – conclude Bellofiore – di quotare in Borsa un ulteriore 30% circa e del conferimento a Cassa Depositi e Prestiti del rimanente 35% del capitale, con l’uscita definitiva del Ministero dell’Economia dall’azionariato di Poste Italiane, cambia completamente gli assetti societari e il controllo pubblico in Poste Italiane».