SCIOPERO LEGNO INDUSTRIA, MANIFESTAZIONE A MEDA

In occasione dello sciopero unitario nazionale di 8 ore, domani venerdì 28 ottobre a Meda si terranno una manifestazione e due presidi (alla Cassina e alla Minotti). Nel territorio di Lecco e Sondrio è stato invece organizzato un presidio con comizio davanti alla Citterio a Sirone

I lavoratori del comparto legno industria hanno indetto uno sciopero unitario nazionale di 8 ore domani venerdì 28 ottobre. In Brianza, dove gli addetti del settore sono circa 15mila, si terrà una manifestazione unitaria in piazza Resistenza a Meda (ore 10-12). Interverrà Federico Salvatore della Filca Cisl nazionale. Sempre in Brianza si terranno due presidi uno alla portineria della Cassina Spa in via Busnelli a Meda (ore 7-10) e l’altro davanti alla Minotti, in via indipendenza 152 sempre a Meda (ore 7-10). Nel territorio di Lecco e Sondrio è stato invece organizzato un presidio con comizio davanti alla Citterio (gruppo Molteni), in via Don Giuseppe Brambilla 16/18 a Sirone (ore 6.30-9.30).

Lo sciopero è stato indetto per protestare contro le posizioni di chiusura di Federlegno nel corso delle trattative per il rinnovo del contratto nazionale. «Dopo 12 mesi dall’invio della piattaforma, 9 mesi di trattativa, 11 incontri e dopo 7 mesi dalla scadenza del precedente contratto, non è possibile porre condizioni capestro per il rinnovo – spiegano i responsabili di Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil in un comunicato -. La richiesta di 140 annue ore di flessibilità lavorando il sabato e la domenica ( oltre alle 250 ore di straordinario a disposizione), la richiesta di poter far funzionare le fabbriche con il 65% di lavoratori precari, lo svuotamento della contrattazione aziendale, la richiesta di non definire nessuna cifra di aumento salariale ma solo di definire il principio degli riallineamenti annuali di eventuali futuri aumenti; narrano la non volontà di sottoscrivere il contratto Bisogna aver rispetto dei propri dipendenti».

Secondo il sindacato, coniugare le ragioni del lavoro con quelle del mercato è possibile partendo dal presupposto che le parti si confrontino in modo paritario, non dal presupposto che un soggetto decide e l’altro esegue.

«La gestione dei picchi e dei flessi di produzione – conslude il comunicato – la si definisce a livello di fabbrica, il consolidamento occupazionale (che determina la lotta alla precarizzazione sociale e lavorativa) lo si discute in azienda. Il rinnovo del contratto nazionale deve prevedere gli aumenti salariali, altrimenti esso costituisce un ossimoro sindacale che non saremmo mai in grado di condividere».