SCIOPERO POSTE, FORTE ADESIONE

Uffici chiusi e forti disagi in tutta la Lombardia per lo scopero generale dei lavoratori delle Poste. «Non ci fermeremo qui, andremo avanti finché il Governo non cambierà idea sulla privatizzazione – dichiara il segretario generale Cisl Poste Lombardia, Maurizio Cappello -. Una privatizzazione che ha il solo fine di fare cassa»

Uffici chiusi e forti disagi in tutta la Lombardia oggi per lo scopero generale dei lavoratori delle Poste, proclamato da Slp Cisl, Slc Cgil, Failp Cisal, Confsal,.com e Ugl Com contro la decisione del Consiglio dei ministri di quotare in Borsa un ulteriore 29,7% e di conferire a Cassa Depositi e Prestiti il rimanente 35% del capitale. Oltre 3000 lavoratori, arrivati da tutta la Lombardia hanno manifestato in piazza Affari a Milano. Forte l'adesione allo sciopero, con picchi del 70% (in Brianza hanno incrociato le braccia il 55% dei lavoratori e sono rimasti chiusi il 45% degli uffici). “Non ci fermeremo qui, andremo avanti finché il governo non cambierà idea sulla privatizzazione – dichiara il segretario generale Cisl Poste Lombardia, Maurizio Cappello -. Una privatizzazione che ha il solo fine di fare cassa e recuperare qualche miliardo di euro per lenire il debito pubblico ma che non tiene in considerazione il ruolo sociale svolto da Poste Italiane”.
“La totale privatizzazione di Poste italiane mette in discussione non solo anni di sacrificio e di lavoro dei dipendenti profusi per darle una dimensione d’impresa tra le più importanti in Italia prosegue il sindacalista – aggiunge – ma anche il futuro svolgimento del servizio universale, l’unitarietà dell’azienda e la sua tenuta occupazionale. Sono a rischio 20mila posti di lavoro sul territorio nazionale. Oltre 2.000 nella sola Lombardia”.