PANEM, C’È UNO SPIRAGLIO

Un'azienda calabrese si è detta disponibile a rilevare il Gruppo Novelli, proprietaria del panificio di Muggiò. L'acquisizione potrebbe significare il rilancio e il mantenimento dei livelli occupazionali, ma per il via libera definitivo manca ancora il sì dei vecchi soci…

L’acquirente c’è. Le istituzioni sono d’accordo. Manca la volontà di una parte della proprietà a vendere. La situazione della Panem, storico panificio industriale di Muggiò, è in fase di evoluzione. Uno spiraglio però c’è e il sindacato sta cercando di sfruttare tutte le carte in suo possesso per salvare i cento dipendenti.

L’azienda è in difficoltà da tempo. Fallita alcuni anni fa, è entrata a far parte del gruppo alimentare Novelli attivo prevalentemente in Umbria e nel Lazio. La congiuntura economica sfavorevole ha però messo in crisi la Novelli che ha chiesto il concordato in continuità. Neanche il nuovo consiglio di amministrazione è riuscito a risollevare la situazione economica. Non solo sono state perse quote di mercato, ma sono stati accumulati più di 120 milioni di debito. «Il gruppo Novelli – spiega Innocenzo Mesagna, Segretario generale della Fai Cisl Monza Brianza Lecco – fa fatica. I lavoratori sono senza stipendio da mesi. Agli dipendenti dello stabilimento di Muggiò non sono neppure stati pagati le pendenze della vecchia proprietà che i Novelli avevano garantito di coprire. La situazione è quindi molto delicata».

In questo contesto, è però arrivata una buona notizia: il consiglio di amministrazione è riuscito a trovare un acquirente interessato al gruppo e disponibile ad assorbire tutti i lavoratori. «È un’operazione – continua Mesagna – che potrebbe rilanciare le aziende (Panem compresa) e salvare l’occupazione. Se non andasse in porto l’alternativa sarebbe il fallimento e il licenziamento dei lavoratori». Ma il sindacato e le istituzioni non hanno fatto i conti con l’oste cioè con la proprietà. Che si è opposta alla cessione.

«Sindacato e istituzioni – conclude Mesagna – non possono accettare una situazione del genere. Per questo ci siamo attivati per fare pressioni sui Novelli affinché accetti la cessione. La proprietà è suddivisa tra tre fratelli e gli eredi di un quarti. Gli eredi sono contrari, ma hanno quote minime. Due dei tre fratelli hanno dimostrato aperture alla cessione. Stiamo cercando di convincere il terzo. Ne parleremo lunedì in un incontro al ministero dello Sviluppo economico. Sperando che la situazione si sblocchi».