Trasporto pubblico, lunedì sciopero

Le organizzazioni sindacali Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Ugl e Faisa Cisal hanno programmato uno sciopero nazionale di quattro ore per lunedì 21 gennaio che interesserà Monza (dalle ore 8,30 alle ore 12,30), la Brianza (articolato a seconda delle zone) e il Lecchese (dalle ore 19,07 alle ore 23,07). Continua, dunque, la mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori dei trasporti. Dopo lo sciopero di 4 ore in Autoguidovie di venerdì 11 gennaio che ha interessato tutto il territorio regionale e la mobilitazione di lunedì 14 gennaio dei camionisti contro il cosiddetto «Mobility package» in discussione al Parlamento europeo, le organizzazioni sindacali tornano a far
sentire la loro voce contro alcuni provvedimenti contenuti della riforma in discussione al Parlamento europeo la quale interessa, non solo il settore autotrasporto ma il personale che conduce gli autobus per il trasporto di persone.

Il 21 gennaio, i lavoratori sciopereranno proprio in concomitanza con il voto su una parte del provvedimento che allarga le maglie della liberalizzazione del trasporto persone, con il rischio che la concorrenza del mercato, in futuro, sia giocato solo sul peggioramento delle condizioni di lavoro e sulla liberalizzazione selvaggia del servizio trasporto persone con conducente.

Si tratta di una mobilitazione coordinata a livello sovranazionale dalla Federazione europea dei lavoratori dei trasporti (Etf): l’obiettivo è sempre lo stesso, sensibilizzare il legislatore e ottenere la modifica del provvedimento. «La scelta del Parlamento Europeo a trazione Ppe, per ciò che riguarda il mondo dei trasporti, è di
muoversi continuamente verso la completa liberalizzazione di tutti i settori, senza costruire però le necessarie tutele per i lavoratori e per la sicurezza degli utenti», hanno denunciato i sindacati, che spiegano: «Di fatto, quando si interviene sulle norme che regolano i tempi di lavoro e i tempi di riposo, aumentando i primi e riducendo i secondi per determinare un miglioramento nella produttività delle imprese, si sceglie anche di peggiorare le condizioni di vita di lavoratrici e
lavoratori».

«Non è semplice organizzare i lavoratori contro provvedimenti legislativi assunti in sede comunitaria – ammettono le organizzazioni sindacali –. Ma questa è sicuramente la nuova frontiera». E avvertono: «In vista delle prossime elezioni europee di maggio i partiti politici farebbero bene a ricordare che nelle aule delle istituzioni comunitarie non si decidono solo provvedimenti necessari ai consumatori e alle imprese, ma soprattutto si determina la qualità della
vita di centinaia di migliaia di lavoratrici e lavoratori, che si stanno organizzando per tornare a far sentire la loro voce».

«I provvedimenti in discussione sono pericolosi – commenta Damiano Giglio, Fit Cisl Mbl -. Si pensi alle condizioni psicofisiche di un autista che guida per tre settimane consecutive con solo due giorni di riposo. Il rischio di incidenti è elevatissimo e con essi l’incolumità dei cittadini, dei passeggeri e degli stessi autisti. Si pensi anche alle condizioni di vita degli autisti costretti a sostare per lunghi periodi nei parcheggi pubblici. Per questo motivo la mobilitazione del sindacato è non solo giusta, ma doverosa. Non si può retrocedere di fronte alle esigenze di maggiore sicurezza e migliori condizioni di lavoro».