«CARSANA CHIUDE, MA NON È SOLO PER LA CRISI»

La società edile di Lecco sconta, oltre alla congiuntura negativa, anche la concorrenza sleale. Ignazio Verduzzo della Filca Cisl Monza Brianza Lecco: «Chiediamo maggiore attenzione da parte delle istituzioni e un ruolo più attivo dei costruttori edili. Le società gestite dai banditi possono distruggere il comparto»

«La crisi c’è e si sente. Ma non è solo una questione di congiuntura. Qui c’è anche un problema di concorrenza sleale». Ignazio Verduzzo della Filca Cisl Monza Brianza Lecco commenta così la chiusura della Carsana, azienda edile di Lecco, e del licenziamento di 85 dipendenti.

La Carsana è sempre stata un’azienda corretta. Ha sempre rispettato i contratti e le loro obbligazioni. Un’impresa con grandi professionalità e in grado di eseguire commesse di prestigio sia nel settore costruzioni sia in quello dello spostamento terra. L’ultimo grande appalto che ha portato a termine è stato legato a Expo 2015, poi il buio. «Come fa un’azienda seria a reggere ribassi d’asta del 40%? – si chiede Verduzzo -. È difficile, se non impossibile. Ed è da lì che è iniziata la crisi della Carsana e dei suoi 135 dipendenti».

Con la cessazione delle attività nei mesi scorsi, alcuni lavoratori hanno trovato altre occupazioni («ma con stipendi ridotti», osserva Verduzzo), altri sono stati messi in cassa integrazione straordinaria. La cassa però scade il 21 dicembre e in quella data i restanti 85 lavoratori perderanno il posto. Per loro ci sarà ancora un periodo di 18 mesi di disoccupazione speciale edile. Poi non avranno più né lavoro né reddito.

«L’azienda sconta la concorrenza sleale – conclude Verduzzo -. Una concorrenza fatta di subappalti a cascata, partite Iva, voucher, applicazioni scorrette di altri contratti, ecc. Chi si comporta in questo modo sono società di banditi dietro le quali, spesso, si nasconde l’illegalità e il crimine organizzato. Per questo motivo abbiamo portato la questione davanti al Prefetto di Lecco. Non solo, ma nella nostra piattaforma territoriale chiediamo la creazione di un tavolo permanente per l’applicazione della regolarità contrattuale  un osservatorio sugli appalti. Chiediamo anche che si muova l’associazione dei costruttori. Non possono più chiudere gli occhi. Qui non si tratta di crisi, ma di qualcosa di più».