«LEGNO ARREDO, UN BUON CONTRATTO»

Martedì 13 dicembre, dopo 11 incontri, imprenditori e sindacato hanno siglato il nuovo contratto nazionale. Dal 1° gennaio 2017, i lavoratori avranno 47 euro in più in busta paga. Altri incrementi sono previsti nel 2018 e nel 2019. Novità anche sulla flessibilità e sulla previdenza integrativa. Puppo, Filca Cisl: il nostro giudizio è positivo

Sono stati necessari 11 incontri in quasi un anno di trattative. Martedì, 13 dicembre, però, FederlegnoArredo, Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil hanno trovato l’intesa per il rinnovo del contratto nazionale del legno, sughero, mobile e arredo. Il vecchio contratto era scaduto il 31 marzo. Quello appena firmato resterà in vigore nel prossimo triennio. L’accordo interessa complessivamente 350mila lavoratori (circa 15mila in Brianza). «Lo sciopero nazionale del 28 ottobre – commenta Luigi Puppo, esponente della Filca Cisl Monza Brianza Lecco – è stato determinante nel dare un rinnovato impulso alla ripresa della trattativa. Il nostro giudizio sul nuovo contratto è positivo. La parte economica, per esempio, è interessante. Significative novità ci sono anche per quanto riguarda Arco e Altea, i fondi previdenziale e sanitario di settore. Il nuovo contratto lascia ora ampio spazio alla contrattazione integrativa e alle opportunità legate alla gestione delle tematiche del welfare. Come Filca Cisl Monza Brianza Lecco auspichiamo appunto un forte impegno delle controparti nella trattazione delle questioni relative al welfare».

Gli addetti del settore, intanto, dal 1° gennaio 2017 troveranno in busta paga un incremento medio lordo di 46,90 euro. Gli altri incrementi salariali, previsti il 1° gennaio 2018 e 2019, saranno misurati in base all’indice Ipca, cioè l’indice dei prezzi al consumo armonizzato, elaborato a livello europeo.

Uno dei principali nodi affrontati durante le trattative è stato quello della flessibilità. La richieste iniziali erano di 150 ore di flessibilità nell’arco di 12 mesi. Il nuovo contratto prevede invece un massimo di 112 ore di flessibilità. Dalla 41esima ora settimanale di lavoro, inoltre, la percentuale di maggiorazione oraria della retribuzione partirà da una quota minima del 14%.

Capitolo previdenza integrativa: l’aumento della contribuzione al fondo Arco da parte del datore di lavoro crescerà nel triennio nella misura dello 0,30%. La contribuzione del datore di lavoro ad Altea, il fondo sanitario, verrà invece portata da 10 a 15 euro mensili. Un incremento che andrà ad ampliare il numero delle prestazioni e la copertura del loro costo. «Per l’aspetto previdenziale – aggiunge Puppo – è fondamentale che la pensione integrativa sia infine adeguata alle aspettative del lavoratore». Le assemblee nelle aziende per spiegare i contenuti del contratto inizieranno a gennaio.