FINANZA, LA LEZIONE CHE DEVE ESSERE ANCORA IMPARATA

Poca lungimiranza e pochi controlli, il nostro sistema creditizio ha pagato duramente la crisi che è iniziata nel 2007. Se ne è parlato in un incontro nella sede monzese della Cisl Monza Brianza Lecco. «Sono indispensabili analisi indipendenti e maggiore attenzione alla clientela», ha detto Giulio Romani, segretario nazionale First Cisl 

Siamo arrivati tardi. Pure questa volta. E il ritardo, nel caso specifico, è particolarmente grave perché riguarda quelle contromisure che avrebbero permesso di contrastare per tempo la grave crisi del sistema bancario italiano, argomento di strettissima attualità e causa di infinite preoccupazioni per tanti risparmiatori. Una tesi che è stata approfondita durante l’incontro «Banche e finanza. La crisi ci ha insegnato qualcosa?», organizzato venerdì dalla Cisl Monza Brianza Lecco nella sede monzese. I relatori, dunque, non hanno avuto dubbi nel sottolineare la mancanza di reattività di chi avrebbe dovuto prevedere le conseguenze dell’onda lunga di un  «maremoto» improvviso, ma non troppo. «In effetti – ha spiegato Andrea Di Stefano, direttore della rivista Valori – qualcosa abbiamo comunque imparato a 10 anni dall’inizio della crisi. Perché i primi segnali c’erano già nel 2007, per chi voleva vederli. Qualcosa abbiamo imparato e qualcosa è cambiato. I segnali sono contradditori». In America, per esempio, il sistema ha reagito e ha fissato dei paletti. «La riforma promossa dall’Amministrazione Obama – ha specificato Di Stefano – ha modificato il sistema finanziario. C’è stato il ristabilimento di alcune funzioni di controllo. La Spagna partiva da una situazione peggiore rispetto alla nostra. Ma il quadro complessivo è stato pulito da un intervento di sistema. Da noi, invece, l’elettroencefalogramma è piatto. Quando era il momento una commissione d’inchiesta avrebbe permesso di scoprire dove erano i buchi. L’unica operazione decente di sistema era il Fondo Atlante, ma è stata stoppata».  Il sistema paga i crediti «facili» e i controlli troppo blandi. «Noi abbiamo – ha commentato Giulio Romani, segretario nazionale First Cisl – una montagna di credito inesigibile fatto male. Non c’è più un modo di valutazione del merito creditizio. Il rating viene dato in base a dati statistici. Servono controllori che siano indipendenti. Qui devono essere rappresentati gli interessi della clientela». Ma c’è sempre chi suggerisce con disinvoltura investimenti rischiosi. L’Adiconsum propone, in collaborazione con la stessa First, incontri che diano al piccolo risparmiatore la  possibilità di scegliere il tipo di investimento in maniera più ponderata.