STATO DI AGITAZIONE ALLA DON GNOCCHI

Fp Cgil, Cisl Fp e Uilfpl contestano alla Fondazione il cambiamento del contratto e di aver disdetto un’intesa, sottoscritta due anni fa, che prevedeva che i lavoratori mettessero a disposizione un pacchetto di 80 ore annuali e due giorni di ferie per fronteggiare i problemi dell’organizzazione

Fp Cgil, Cisl Fp e Uilfpl hanno proclamato lo stato di agitazione alla Fondazione Don Gnocchi. La scintilla che ha fatto scattare la tensione con la struttura sanitaria è stato l’annuncio del cambiamento del contratto da quello della sanità privata a un altro applicato da alcuni operatori dei servizi sanitario-riabilitativi e socio-sanitari. «L’adozione di un contratto – hanno spiegato i responsabili della Fondazione – ha l’obiettivo di garantire la sostenibilità economico-finanziaria dell’ente. Nel merito, la Fondazione ribadisce la garanzia della stabilità retributiva per il personale dipendente, contestualmente alla stabilizzazione delle 38 ore settimanali».

Il sindacato non ci sta. Fp Cgil, Cisl Fp e Uilfpl, oltre al cambio del contratto, contestano alla Fondazione di aver disdetto un’intesa, sottoscritta due anni fa, che prevedeva che i lavoratori mettessero a disposizione un pacchetto di 80 ore annuali e due giorni di ferie per fronteggiare i problemi dell’organizzazione.

«L’intesa valeva per tre anni – spiega Giuseppe Leone, Segretario generale della Cisl Fp Monza Brianza Lecco -, ma dopo due anni è stato disdetto senza che ci fosse una valutazione. In più c’è stato un passaggio di contratto che non è vantaggioso per i lavoratori». 

Lo stato di agitazione è nazionale, ma tocca anche la Brianza. Nella Provincia, la Fondazione ha due strutture: una a Monza, che si occupa di riabilitazione, e una a Seregno, riabilitazione e casa di riposo. Complessivamente danno lavoro a 130 lavoratori.

«Come sindacato – osserva Leone – abbiamo comunicato alla Fondazione che dal 1° gennaio l’orario settimanale sarà quello contrattuale di 36 ore. Quindi le ore lavorate in più dovranno trovare adeguato riconoscimento contrattuale. Scioperi? Non è ancora stato deciso nulla. Ma non lo escludiamo».