Alla Rovagnati, le cooperative stanno creando tensione tra sindacato e direzione. E, se nel fine settimana non interverrà qualche elemento nuovo, alla fine di febbraio o all’inizio di marzo potrebbe essere proclamato uno sciopero.
La questione è complessa. Da mesi, l’azienda sta appaltando importanti servizi (logistica, magazzini, ma anche alcune lavorazioni dei prosciutti) a realtà esterne. I lavoratori non dipendenti in numero sempre maggiore. Solo a Villasanta su 190 lavoratori, 120 appartengono alle cooperative, 70 sono personale Rovagnati.
«Abbiamo sempre chiesto di rivedere un sistema sbagliato e non corretto che si basava sulla promiscuità dei lavoratori (Rovagnati e cooperativa) – – spiega Stefano Bosisio, Fai Cisl Mbl –. Un’impostazione contraria, a nostro modo di vedere, alla normativa vigente. Un modo non corretto di costruire profittabilità e marginalità scaricando tutto sulla riduzione sul costo del lavoro. L’ azienda ha intenzione di affidare a consorzi di cooperative la gestione delle attività anche di produzione e trasformazione del prodotto. Nello stabilimento di Villasanta alcune camere bianche (i reparti dove vengono affettati e imbustati i prosciutti) sono già state appaltate a cooperative. Una scelta folle e scellerata. Che non tiene conto dei dettami contrattuali e legali e che noi contrasteremo in tutti i modi».
Il sindacato ha proposto alla direzione che i dipendenti in uscita (per esempio quelli che vanno in pensione) siano, nel tempo, sostituiti assumendo il personale attualmente in forza alle cooperative. «Questi ultimi – osserva Bosisio – sono lavoratori già formati, in grado di svolgere bene le mansioni loro affidate perché conoscono le tecniche e i macchinari. La Rovagnati assumerebbe così persone già inserite nei processi produttivi».
Per il momento la direzione non ha dato una risposta. «Abbiamo comunicato alla direzione – conclude Bosisio -, la sospensione di qualsivoglia trattativa. Non accettiamo che la soluzione sia dividere i lavoratori e farli competere tra di loro. Questo non può che peggiorarne la loro condizione di loro e la qualità di ciò che producono. Non accettiamo che alla maggioranza delle persone occupate negli stabilimenti di Rovagnati non sia applicato il contratto nazionale dell’industria alimentare. Costruire un sistema di impresa con queste caratteristiche danneggia lavoratori e consumatori. Ed il Paese non ne ha bisogno».
Se non si sbloccherà il muro-contro-muro, lunedì si terranno le assemblee dei lavoratori che potrebbero proclamare un’astensione dal lavoro.